Al via società di investimento su blockchain e criptovalute

Costituita da poche settimane la società ha recentemente deliberato un aumento di capitale da 5 milioni di euro (rivolto a un target investitori professionali, HNWI e family office) da investire nel lancio e nella partecipazione a progetti blockchain e ICO in tutto il mondo.
A far partire la prima iniziativa nel nostro paese sono Fabio Pezzotti e Domenico Laudonia: background di oltre 20 anni nel web, rispettivamente con exit come Webnext S.p.a. e Xoom.it (acquisita da Seat Pagine Gialle) e il lancio di Mobango, Chupamobile e Cibando a Londra per Pezzotti e start-up di Omnitel, lancio di business digitali disruptive come Qualcomm in Italia, oltre a un decennio nell’early stage investing per Laudonia.
 ICONIUM è il primo progetto imprenditoriale italiano che investe nei progetti a più elevate potenzialità – in grado cioè di innovare e trasformare settori –  in ambito blockchain, e attraverso ICO, in tutto il mondo.
Il team, esperto e complementare (grazie alla ventennale esperienza in iniziative tecnologiche all’avanguardia in qualità sia di imprenditori che gestori e investitori) è attivo da oltre 12 mesi nel settore e ha sviluppato una profonda conoscenza del mercato, partecipando a oltre 20 ICO e dedicandosi alla selezione delle migliori opportunità a livello mondiale.
La società ha già avviato partnership internazionali con rilevanti player verticali attivi nel mercato blockchain per costruire un deal flow proprietario qualificato. Queste partnership consentiranno ad Iconium di partecipare agli ICO più interessanti e, soprattutto, alle migliori condizioni (in fase pre-sale rispetto a partenza ufficiale ICO).
Iconium prevede l’impiego del capitale raccolto in un portafoglio dei migliori progetti, secondo criteri analitici e omogenei di selezione e valutazione. Il taglio medio di investimento sarà tra i €200K e €400K per ICO, per un piano di investimento in 15/18 iniziative.
 
Di cosa si tratta?
Blockchain – la tecnologia la cui prima e più nota applicazione è stata la creazione delle criptovalute (tra cui Ethereum e Bitcoin) –  è anche, e soprattutto, una modalità efficiente e sicura per gestire l’erogazione di servizi online: una sorta di libro contabile virtuale condiviso in cui ogni utente registra avere e dare e attraverso cui può inviare denaro, o altri beni, in maniera immediata e senza alcun intermediario. Una tecnologia dirompente che, secondo molti osservatori avrà un impatto pari, se non superiore, all’avvento di Internet.
A darne la misura il fatto che player come Union Square Ventures e Andreessen Horowitz (VC leader negli U.S.A.) hanno iniziato a focalizzare la loro attività di investimento su progetti blockchain e sono attivamente coinvolti in commissioni governative a favore del supporto delle criptovalute  e che Goldman Sachs e Google si sono attestati come gli investitori più attivi in questo segmento, nel 2017.
C’e’ chi parla di questo fenomeno come il VC 3.0: il venture capital del nuovo millennio.
L’ICO (Initial Coin Offering) è uno strumento utilizzabile nelle campagne di crowdfunding che, grazie alla tecnologia blockchain, permette di finanziare, direttamente e senza intermediari, progetti imprenditoriali e tecnologici con ambizioni di scala globale. L’ICO prevede infatti l’emissione e la messa in vendita, da parte dell’azienda che vuole finanziare il progetto, di token – o asset digitali – ad un valore prestabilito. I token possono essere comprati in pre-sale o durante il periodo di ICO e scambiati successivamente su piattaforme di exchange così come usati all’interno dell’azienda, con utenti e clienti.  Il risultato che ne deriva è che il loro prezzo viene fissato sia sulla base dei normali meccanismi di domanda-offerta che su quello del successo del progetto finanziato. Il secondario (gli exchange) rende poi l’asset immediatamente liquido.
 
Lo scenario internazionale
Nel 2016 le ICO hanno raccolto poco meno di 300 milioni di dollari, nel 2017 la cifra è salita a 3,8 miliardi di USD con circa 200 operazioni a livello mondiale (fonte: Icobench – gennaio 2018) con ritorni medi, ad oggi, di oltre 13 volte il capitale investito (fonte: Mangrove ICO report).
A guidare la classifica degli investitori attivi in questo ambito ci sono player del calibro di Sequoia Capital Andreessen Horowitz, Union Square Ventures, Mangrove Capital, Boost VC così come nuove realtà come Pantera, Hard Yaka, Blockchain Capital.
A livello globale, oltre agli Stati Uniti, particolarmente attivi si sono dimostrati  in questi 18 mesi i paesi balcanici (Lituania, Lettonia, Estonia), Svizzera e Giappone  facilitati anche da una legislazione che ne ha permesso lo sviluppo.
 
 Alcuni insight sulle ICO degli ultimi 12 mesi
Ad oggi le ICO realizzate sono state per lo più dominate da progetti la cui innovazione prevedeva e si basava su una sottostante tecnologia blockchain: segno che questa nuova modalità di finanziamento è al momento per lo più diffusa all’interno di una certa community e ancora lungi dall’essere diventata mainstream (fonte Mangrove CAPITAL PARTNERS).
 
Le iniziative ICO in Italia
 La prima ICO “italiana” (team italiano ma realizzata in Svizzera), cui Iconium ha partecipato, è stata, lo scorso gennaio, Charity Star una piattaforma sulla quale i VIP del mondo dello spettacolo e dello sport possono aiutare una causa non-profit associandole il proprio brand. Lo scorso 16 gennaio ha raccolto in 90 minuti l’equivalente – in Aidcoin – di 16 milioni di dollari da tutto il mondo, con una oversubscription di altri 6 milioni. Altri team italiani stanno scaldando i motori per il lancio di nuove ICO nei prossimi mesi.
 
La prospettiva
 Si prevedono migliaia di ICO nel 2018 e alcuni esperti e investitori prevedono che il mercato varrà 5 trilioni di dollari entro 5 anni (fonte: RBC Capital Markets Report – gennaio 2018 ).
Il sistema fa inoltre prevedere un graduale cambio di paradigma per i fondi di VC “tradizionali” (in termini di governance e liquidabilità degli assets prima di tutto) oltre che una nuova industria dei capitali e dei mercati che andrà ad affiancare, e in parte sostituire, sia il venture capital tradizionale che i mercati azionari e valutari tradizionali.
Si assiste, infine, e si assisterà sempre di più, al coagularsi delle migliori progettualità intorno alle frontiere aperte e messe a disposizione da blockchain e ICO. Le moltiplicate possibilità messe a disposizione in termini communities globali per la raccolta, di rapidità e di disintermediazione stanno infatti attraendo gli imprenditori ed i progetti più smart e interessanti.
 
Rischi e sfide
Come tutte le realtà nascenti si tratta di un mercato ancora estremamente volatile e complesso che richiede competenza, specializzazione ed energie interamente dedicate. Gli ambiti di particolare attenzione sono rappresentati da:

  • Complessità e velocità dei cambiamenti
  • Regolamentazione parziale e frammentata
  • Big whales (grossi operatori sul mercato)
  • Problemi di sicurezza e affidabilità di terze parti
  • Rischi tecnologici legati all’evoluzione

Iconium, costituita in forma giuridica di S.p.A. è una start up innovativa (che beneficia dei relativi sgravi fiscali per gli investitori) è assistita dagli studi Tremonti Romagnoli, Piccardi e Associati sul fronte fiscale e da Orrick sul fronte legale che supportano la società a muoversi all’interno del quadro normativo nuovo, e in continuo divenire, di questo settore.
“Al di là delle oscillazioni delle ultime settimane, dei timori di bolla e di speculazione, il mercato che si è aperto con questa nuova tecnologia è un mercato che è arrivato per rimanere” hanno dichiarato Fabio Pezzotti e Domenico Laudonia. Che hanno continuato “Come tutti i mercati che nascono e si affermano anche questo è inevitabilmente soggetto, e passibile di dovere scontare, fisiologici hype. 20 anni fa iniziava l’era di internet che ha portato con sé delle bolle ma anche società che ora capitalizzano miliardi di USD e che hanno cambiato il mondo. In questo momento domanda, tecnologia e offerta sono sufficientemente maturi per fare un ulteriore passo avanti e sostenere questo mercato. Diventa per questo cruciale, in queste prime fasi, muoversi con attenzione, conoscenza e professionalità per cogliere le migliori opportunità.”

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