Azionario e dollaro, la view di Indosuez

a cura di Indosuez Wealth Management

Azioni Paesi Sviluppati

Europa – Le condizioni economiche dell’Eurozona rimangono stabili ed intonate positivamente. Quello che si registra è però un indebolimento dell’indicatore macro di momentum, dopo i forti dati che hanno caratterizzato la fine dello scorso anno e l’inizio del 2018. Le stime di crescita degli utili societari e dei margini rimangono positive, anche se in naturale contrazione. Data la forza della valuta, che rende meno competitive le merci europee, risulterà complicato registrare revisioni al rialzo nelle stime degli analisti. Sebbene le metriche valutative evidenzino, dopo la correzione dei listini, un valore pari a 14.4 volte gli utili, si ritiene utile ridurre l’esposizione al mercato europeo.

Stati Uniti – Il ciclo americano è indubbiamente nella sua fase matura e le valutazioni sicuramente meno attraenti rispetto ai maggiori mercati sviluppati internazionali. La correzione del mese di febbraio ha ridotto gli eccessi valutativi e sicuramente la forte crescita domestica, aiutata dallo stimolo fiscale, e la debolezza del dollaro rendono questi livelli maggiormente interessanti per un potenziale nuovo investimento (17.4 volte gli utili). Nel breve periodo, tuttavia, in considerazione della maggior volatilità che dovremmo registrare, manteniamo una view negativa pur ribadendo un potenziale ritorno positivo per l’intero anno 2018.

Giappone – L’analisi fondamentale rende interessante un potenziale investimento in Giappone: le valutazioni sono sempre a supporto in quanto il mercato tratta a 13.8 volte gli utili, il livello più basso tra i paesi sviluppati, e la politica monetaria della BOJ rimarrà espansiva per l’intero 2018, divergendo rispetto alle banche centrali europea e soprattutto americana. Nella valutazione di un eventuale investimento dovranno essere considerati anche l’effetto dei dazi americani sulle esportazioni di acciaio e alluminio e soprattutto la forza della valuta domestica, che impatta negativamente la redditività degli esportatori nipponici.

Azioni Paesi Emergenti

L’indebolimento del dollaro americano continua ad avvantaggiare le economie emergenti. Le valutazioni sono assolutamente attraenti, considerando il rapporto prezzo/utili che si attesta a 12.6 volte, in un contesto di crescita assolutamente vigoroso ed in fase di ulteriore espansione. I Paesi emergenti risultano avvantaggiati anche dai flussi di acquisto, che continuano ad essere interessanti.

Materie Prime

Petrolio – Le quotazioni del greggio si attestano, dall’inizio dell’anno, nell’intervallo compreso tra 59$ e 66$ al barile. I fondamentali rimangono a supporto per un eventuale nuovo rialzo del prezzo del greggio. Da un lato la produzione venezuelana continua a ridursi e dall’altro lato ci si attende un incremento dei costi di estrazione dei produttori americani che conseguentemente potrebbero ridurre la produzione. Considerando che i livelli delle scorte hanno quasi raggiunto i livelli minimi del 2015 e che il deprezzamento del dollaro americano continua a supportare la domanda, la nostra view rimane positiva.

Oro – La nostra visione sull’oro prescinde dalle oscillazioni giornaliere del metallo. L’area di 1330$/1360$ per oncia continua a rappresentare una forte resistenza, la cui rottura potrebbe comportare un forte segnale rialzista. L’approccio consigliato rimane quello  di acquistare sfruttando gli eventuali temporanei deprezzamenti. In fasi di sell-off l’oro continua a svolgere un’importante funzione di protezione dei portafogli, grazie al suo andamento de-correlato rispetto alle altre asset class.

Mercato Valutario

Dollaro Americano – il dollaro rimane debole rispetto alle principali valute. L’approccio non particolarmente aggressivo della Federal Reserve americana ha comportato un’ulteriore pressione al ribasso della valuta. Il rialzo di 25 punti base era atteso, così come l’annuncio di ulteriori due incrementi entro la fine dell’anno. Le politiche protezionistiche hanno contribuito al raggiungimento delle quotazioni attuali. Si ribadisce, nel medio termine, un trading range compreso tra 1.20 e 1.25.

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