Biotech, perchè è importante guardarlo bene ora

A cura di Michele De Michelis, responsabile investimenti di Frame AM

Se di tutti i programmi urlati ai quattro venti in campagna elettorale da Donald Trump, dovesse rimanere solo l’inasprimento dei rapporti internazionali, non saranno rose e fiori per il futuro dei mercati azionari considerando che le le aspettative stanno già incorporando un aumento degli utili futuri.

Provando a soffermarci sugli aspetti positivi rispetto a quanto scritto il mese scorso, marzo ha registrato un’inaspettata quanto gradita sovraperformance degli indici equity europei rispetto a quelli americani (che comunque sono scesi di poco) e per la prima volta dopo tanti anni il risultato a dodici mesi vede l’Eurostoxx 50 fare meglio dell’indice S&P500, seppure con maggior volatilità.

Gli ultimi dati macro prevedono un miglioramento del Pil europeo e finalmente si sono rivisti dei flussi in entrata nel mercato azionario del Vecchio Continente, complici le difficoltà dell’Esecutivo americano e del venir meno in questa fase dei rischi francesi. Quello che invece mi infastidisce è l’andamento negativo dell’azionario nipponico, che continuo a ritenere l’area geografica più interessante dal punto di vista dei fondamentali. Diversamente, altre posizioni tattiche della nostra strategia di investimento (ovvero alcuni titoli bancari europei, gold miners e Biotech) stanno performando più che decentemente da inizio anno.

Colgo l’occasione per analizzare in particolare le azioni delle aziende biotecnologiche, il cui valore potenziale spesso viene erronamente sottovalutato dagli investitori che hanno ancora in mente la bolla dei primi anni Duemila e si fanno spaventare dalla volatilità dei corsi. Certo, è innegabile che sia una asset class rischiosa, ma quello he stanno facendo queste società ha qualcosa di straordinario.

Prendiamo l’esempio di Kite Pharma e Bluebird Bio.
Entrambe le società lavorano nelle terapie CAR T Cell, che è una tecnica che prevede il prelievo di cellule T (linfociti) di un paziente per riprogrammarle geneticamente.Una volta reintrodotte nella persona, hanno la capacità di individuare e aggredire le cellule tumorali : si tratta quindi sostanzialmente di immunoterapia, che diventa una opzione importante nella cura dei tumori e che di fatto apre nuovi orizzonti. Come mi spiegava un gestore che ritengo molto preparato in questo campo, ad oggi, le terapie biotech anticancro per eccellenza che trovano largo utilizzo sono gli anticorpi monoclonali, considerati a loro volta immunoterapie.
Con tale tecnologia si producono in laboratorio anticorpi umanizzati (del tutto simili a quelli presenti nel nostro corpo) che hanno la capacità di andare a ricercare e aggredire solo le cellule cancerose. Quelle sane vengono preservate .

Da notare che stiamo parlando di un segmento della biotecnologia con fatturati di alcune decine di miliardi di dollari, quindi ben lontani dalle famose ” scommesse finanziarie ” di inizio millennio”. Gli specialisti ritengono molto probabile che l’uso combinato delle due suddette tecnologie possa far incrementare in modo significativo l’efficacia delle terapie. E queste tecnologie stanno soppiantando i medicinali classici come la chemioterapia proprio per il loro rapporto efficacia/effetti collaterali molto più vantaggioso. Parliamo di terapie personalizzate perché oggi i tumori sono sempre più catalogati da specifici errori genetici e le suddette cure hanno come target lo specifico errore genetico.

Tendenzialmente, il farmaco classico che cura una molteplicità di tumori andrà a scomparire. Le biotecnologie stanno quindi facendo un impressionante salto di qualità tecnologica che potrebbe essere la base del successo degli anni a venire. Interessante anche il fatto che le principali realtà industriali biotech (equiparabili per dimensioni al farmaceutico tradizionale), abbiano p/e inferiori a quest’ultimo benchè vantino tassi di crescita decisamente superiori.

L’investimento nei titoli Biotech non è dunque adatto a chi predilige il fai-da-te in quanto occorre affidarsi sempre ad un gestore specializzato nel settore. E non è pane neppure per chi vuole dormire sonni tranquilli. La volatilità che caratterizza il settore potrebbe spaventare i deboli di cuore. Avanti tutta solo ai più coraggiosi e per una parte limitata del proprio portafoglio.

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