a cura di McKinsey
McKinsey pubblica un report dal titolo “Disruption in European consumer finance: Lessons from Sweden”, che analizza il settore del credito al consumo e come questo sia stato influenzato, in particolare, dalle nuove tecnologie digitali e dai nuovi fornitori specializzati. Lo studio si focalizza sul caso virtuoso della Svezia, che rappresenta un modello da seguire per tutte le banche europee. Il report è disponibile per il download qui.
Di seguito le principali evidenze:
Il credito al consumo è tra i principali settori nel mercato dei servizi finanziari europei. Tra il 2012 e il 2017, i rendimenti medi annuali degli azionisti di società quotate sono stati pari all’11,5%, rispetto al 9,1% del retail banking e al 7,4% del corporate banking.
- Le società di credito al consumo private (spesso sostenute da private equity) hanno registrato performance migliori, ottenendo rendimenti da capitale (Return On Equity – ROE) regolarmente superiori al 20%.
- I forti guadagni hanno attirato l’interesse di fornitori specializzati, tra cui challenger bank, grandi rivenditori e fintech, che utilizzano la tecnologia digitale per ottenere guadagni significativi nel settore del credito al consumo. La Svezia, con i suoi elevati tassi di adozione digitale e un’infrastruttura ben sviluppata per il credit scoring e il credit recovery, è stata il principale paese di questa attività: nel 2016, gli specializzati rappresentavano circa il 60% del mercato del credito al consumo, rispetto al 20% del 2001.
- I fornitori specializzati svedesi hanno prosperato attraverso un mix di innovazione e sperimentazione, di solito comprendendo almeno uno di questi tre elementi:
- investimenti sul digital customer journey
- strategia di acquisizione aggressiva (in genere guidata dall’online)
- modello operativo focalizzato e agile basato sui dati.
- In termini di quote di mercato, gli attori consolidati hanno ottenuto risultati migliori in alcuni mercati rispetto ad altri
- Le banche universali tedesche controllano ancora oltre il 95% dei volumi di credito al consumo, mentre quelle francesi ne detengono oltre il 90%.
- Le banche universali svedesi, al contrario, hanno perso il 35% dei volumi di credito al consumo negli ultimi 15 anni, ottenendo poco più del 40% della quota di mercato nel 2016.
- Nello stesso arco temporale, i fornitori specializzati svedesi hanno ottenuto una posizione dominante su alcune nicchie, ad esempio, raggiungendo nel 2016 una quota tra il 55% e il 65% nel mercato dei prestiti in contanti non garantiti.
- Dall’esperienza svedese, è possibile trarre alcuni suggerimenti:
- Sviluppare una strategia e una proposta mirate
- Ravvivare la proposta al cliente attraverso una solida execution
- Adottare modelli operativi agile e sviluppare le competenze
- Sviluppare soluzioni di credito al consumo innovative