Dalla politica monetaria alla politica fiscale

A cura di Deusche AM

Dopo quasi un decennio di allentamento quantitativo, la riforma delle imposte negli Stati Uniti ci rammenta che anche la politica fiscale è uno strumento utile per l’economia. Ma la politica monetaria resta una preoccupazione principale per i mercati.

Negli Stati Uniti la Camera dei Deputati ed il Senato hanno presentato i propri disegni di legge per la riforma delle imposte, che ora dovranno essere riconciliati. Le differenze principali tra le due proposte concernono la data di entrata in vigore, che il Senato vuole posticipare al 2019, le aliquote per le persone fisiche e le deduzioni di tasse statali e municipali. La versione finale dovrà essere approvata da ciascuna Camera oltre che dal Presidente. Ci aspettiamo un accordo finale entro la fine del primo trimestre del 2018 e stimiamo che l’effetto sull’economia e sui mercati finanziari dovrebbe essere positivo. Tuttavia, la selettività diventerà più critica a livello settoriale ed al livello dei singoli titoli dal momento che i mercati finanziari cercheranno di identificare chi trarrà maggior beneficio dalla riforma e chi ne soffrirà. Gli ultimi dati economici, pubblicati l’8 dicembre, hanno mostrato che la creazione di nuovi posti di lavoro (228.000) supera le aspettative, ma la crescita salariale al 2,5% resta più debole delle previsioni del 2,7%.

In Europa la Banca Centrale Europea (BCE) sta per ridurre il proprio programma di acquisto di titoli a partire da gennaio 2018, e non è intenzionata ad alzare i tassi. Data l’accelerazione della crescita economica all’interno dell’Eurozona, ciò potrebbe far pressione sull’inflazione, anche se lo shock della crisi economica degli ultimi 10 anni non è ancora del tutto superato. In Grecia, ad esempio, la crescita economica è di nuovo rallentata, e sono calati anche i consumi privati e gli investimenti. Nonostante la crescita moderata del Prodotto Interno Lordo (PIL), non vi sono segni di un’accelerazione. Il mese prossimo l’attenzione sarà rivolta al vertice dei ministri delle finanze dell’Eurogruppo, nel corso del quale dovrà essere presa una decisione sul prossimo turno di aiuti economici per la Grecia. Si tratta di 8,5 miliardi di Euro, legati a condizioni sul progresso con varie riforme economiche.

L’Australia è stata una delle economie più solide durante la crisi economica del 2008-2009, ma gli ultimi dati economici mettono in evidenza che le ferite dell’economia non si sono ancora interamente cicatrizzate. La crescita della spesa al consumo è stata la più debole dal 2008, al punto che la banca centrale potrebbe essere costretta a lasciare i tassi d’interesse immutati nel prossimo futuro.

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