Deutsche AM: “Negli Usa le correzioni rappresentano un’opportunità”

A cura di Deutsche AM

Il mercato azionario degli Stati Uniti si è rivelato stabile. Nel corso di una settimana contraddistinta da una scarsità di nuovi dati economici, l’indice azionario di riferimento S&P 500 ha raggiunto i 153 giorni senza un calo del 3% o più, a dispetto del fatto che l’indice Citigroup Economic Surprise, che misura la differenza tra dati positivi e negativi, sia rimasto fermo al livello più basso dal 22 agosto 2011. L’andamento del mercato azionario contrasta con quello del mercato petrolifero: il prezzo del greggio è calato di oltre il 20% sin dal picco raggiunto il 23 febbraio. Effetti stagionali negativi, valutazioni elevate, incertezza economica e fattori tecnici suggeriscono una sopravvalutazione: applicando il “Relative Strength Index (RSI)”, che misura la velocità e l’estensione dei movimenti di un indice, all’S&P 500, si ottiene un valore di 70 punti, una cifra alquanto elevata che segnala condizioni di mercato esageratamente positive. Tuttavia, considerando le riserve di capitale significative investite nel mercato monetario a breve termine (2,6 bilioni di Dollari), la scarsa probabilità di un rischio di recessione imminente e le aspettative di una crescita solida degli utili delle imprese nei trimestri prossimi, continuiamo a considerare periodi di debolezza del mercato come potenziali opportunità d’acquisto.

Emergenti Ci sono sviluppi positivi in Polonia da segnalare: il Prodotto Interno Lordo (PIL) secondo le ultime stime sta crescendo del 4% anno su anno. I dati economici pubblicati il 20 giugno mostrano un incremento nelle vendite al dettaglio, un’impennata molto forte della produzione industriale ed un raddoppiamento dell’attività nel settore delle costruzioni a maggio rispetto al mese precedente. In Russia il quadro è meno netto, ma la banca centrale sostiene l’economia con tagli dei tassi d’interesse: dopo l’ultimo taglio di 25 punti base effettuato il 16 giungo, il tasso d’interesse interbancario “repo” a una settimana al 9% è inferiore di ben un punto percentuale al livello che aveva all’iniz8o dell’anno. I mercati finanziari stanno prezzando una riduzione ulteriore del tasso repo all’8,50% entro fine anno ed al 6,75% entro fine 2018. Il rublo è rimasto stabile, nonostante il calo del prezzo del petrolio ed il rischio di sanzioni contro la Russia.

La Bank of Japan (BoJ) non ha sorpreso nessuno quando ha lasciato la propria politica monetaria immutata nel corso del vertice del 16 giugno. Tuttavia, si è espressa in modo più positivo sull’economia mondiale, anche se ha sottolineato che le aspettative per l’inflazione restano deboli. Stimiamo che la BoJ si esprimerà sulla fine del programma di allentamento quantitativo e qualitativo, ma non ci aspettiamo un cambiamento prima dell’anno prossimo.

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