Diversificare i portafogli nel lungo termine

a cura di Erik Knutzen, Chief Investment Officer – Multi-Asset Class Neuberger Bergman

In quanto investitori, l’umiltà ci dice di diffidare dei portafogli creati sulla base di certezze apparenti. L’umiltà ci dice di diversificare.
Sono ormai 270 giorni che l’S&P500 non subisce una correzione del 5%, battendo così un record che resisteva da 21 anni. Per la prima volta nella storia l’indice VIX ha chiuso sotto quota 10 per le ultime sette sessioni.
Tutto ciò ha il gusto di un compiacimento che potrebbe non essere giustificato. Quando i mercati azionari sembrano capaci di salire e basta, gli investitori possono cadere nella trappola fin troppo umana di voler detenere solo asset rischiosi.
Ma l’umiltà e la prospettiva di lungo termine ci ricordano che è importante diversificare ed essere pronti ad affrontare il rischio di un cambiamento nel regime di mercato. Il compiacimento odierno non si accompagna bene con le sabbie mobili geopolitiche su cui poggiano i nostri piedi, né con il fatto che stiamo probabilmente assistendo alla fine di un regime di allentamento quantitativo senza precedenti, il cosiddetto “picco del QE”.
Tra uno o due anni, il contesto di investimento potrebbe essere radicalmente diverso. È probabile che i tassi cresceranno, ma anche se non dovessero crescere, è ugualmente probabile che la volatilità aumenterà e che le correlazioni di mercato cambieranno. Se, quando e come tale transizione avverrà è fonte di grande incertezza.
Tenersi pronti
Se neanche una componente di portafoglio è in rosso, può darsi che la diversificazione non sia adeguata. Può anche darsi che il portafoglio rispecchi le proprie convinzioni (e ci può stare). Ma è consigliabile controllare che non si tratti invece di un’inconsapevole concentrazione di rischio. Una corretta diversificazione comporta diverse posizioni in rosso, esposizioni che l’investitore detesta profondamente, ma che l’umiltà gli impone di mantenere.
Al mercato non piacciono gli asset sensibili all’inflazione, ma l’umiltà ci dice che torneranno utili se l’aumento dei prezzi genererà un rendimento a sorpresa. L’umiltà ci ricorda di verificare che le strategie alternative, a bassa volatilità e non correlate inserite nei nostri portafogli non siano troppo sottopesate dopo essere rimaste indietro per mesi e mesi rispetto alle strategie maggiormente direzionali, perché prima o poi potrebbero tornare utili se le condizioni dovessero cambiare. L’umiltà ci avvisa che la correlazione negativa tra azioni e obbligazioni alla quale siamo abituati potrebbe improvvisamente venir meno con l’inversione del ciclo dei tassi d’interesse.
Allontanandoci dalla nostra scrivania, vediamo di riflettere sull’importanza di mantenere un senso di umiltà e una prospettiva di lungo termine, se vogliamo realizzare una vera diversificazione. I Romani, non Tolstoj, dicevano “si vis pacem para bellum”, “se vuoi la pace, prepara la guerra”. Allo stesso modo, l’umiltà ci insegna che per raggiungere il successo, dobbiamo prepararci alle delusioni. Quest’estate mantenete i portafogli ben diversificati e prendete un appuntamento con un buon libro in spiaggia.

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