Dollaro unico ostacolo al rialzo dei tassi a settembre: la view di Mirabaud

A cura di David Basola, Responsabile per l’Italia di Mirabaud Am
Un primo aumento dei tassi d’interesse da parte della Federal Reserve sta diventando sempre più probabile e, a nostro avviso, il mese di settembre sembra essere la data più plausibile. Grazie al miglioramento dei dati economici, alle prove sempre maggiori di una domanda di lavoro robusta e ai segnali di stabilizzazione dei tassi di inflazione, è probabile che la Fed sia in grado di rialzare i tassi.
E’ quanto si evince, secondo noi, anche dal discorso tenuto la scorsa settimana dal presidente della Fed, Janet Yellen. Sebbene l’Istituto centrale americano non sia costretto ad aumentare i tassi, lo farà perché ne ha la possibilità. Certamente, il primo rialzo dipenderà dai dati macro: gli effetti di un dollaro forte, infatti, costituiscono l’elemento principale a sfavore di un aumento dei tassi a settembre. Senza dubbio, i crescenti fattori negativi legati al dollaro sono evidenti: secondo l’indice ponderato su base commerciale della Fed, il biglietto verde ha ora toccato i massimi di tre mesi rispetto all’euro, di sei anni rispetto al dollaro canadese ed ha raggiunto un nuovo record rispetto al peso messicano.
Oltre agli effetti negativi per l’attività economica, una valuta forte comporta anche un aumento dei trend disinflazionistici, con una riduzione dei prezzi di beni e servizi importati, che a loro volta spinge al ribasso i tassi d’inflazione reale – causando così un ulteriore allontanamento dal target ufficiale della Fed del 2%.

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