Focus sul debito del Brasile

A cura di Viktor Szabo, Senior Investment Manager, Fixed Income, Aberdeen Am
Il Brasile. Non è che un’altra nazione sudamericana alle prese con problemi politici, o per lo meno questo è quello che ci raccontano i giornali. Ma se si guarda oltre il velo della parodia politica si scopre una quantità sorprendente di storie positive che meritano maggiore attenzione.

L’incertezza politica sta offuscando la scena. Questo è chiaro. Nel breve termine la situazione non cambierà e metterà inoltre a repentaglio l’agenda di riforme del governo. Tuttavia, in un’ottica economica e d’investimento sono stati conseguiti chiari progressi sotto la guida del Presidente Michel Temer, seppur sia attorniato su ogni fronte. Quando nell’agosto dell’anno scorso ha rimpiazzato la Presidente di sinistra Dilma Rousseff, la politica fiscale era a pezzi, i livelli del debito pubblico erano insostenibili e il Brasile si trovava in una profonda recessione.
Sul fronte della politica monetaria, la banca centrale brasiliana continua a tagliare i tassi d’interesse.Da allora, però, il Senato ha adottato un tetto sul debito della pubblica amministrazione, creando le condizioni per una maggiore solidità delle finanze pubbliche. Più di recente, Temer ha beneficiato di una gradita vittoria con l’approvazione della riforma del mercato del lavoro promossa dal governo. La riforma dovrebbe aiutare a creare posti di lavoro, ma ridurrà anche il potere dei sindacati. Per ovvi motivi la manovra non è molto popolare nel Paese, ma gli investitori dovrebbero considerare questa ristrutturazione come un passo positivo in direzione del miglioramento della fiducia delle imprese. Evidenzia inoltre l’impegno del governo a far approvare le riforme fortemente necessarie.
Per il resto, i fattori positivi non mancano, in particolare sul fronte macroeconomico. I conti con l’estero sono in buone condizioni e il saldo della bilancia commerciale del Brasile continua a sorprendere al rialzo, tanto che nei mesi estivi ha persino raggiunto un nuovo massimo storico. Inoltre, sebbene l’espansione del PIL dello 0,5% non sia certo eccezionale, indica che l’economia è tornata a crescere dopo la profonda recessione dell’anno scorso. Per il 2018 è prevista un’accelerazione al 2%, seguita da un’ulteriore progressione al 2,5% l’anno dopo. La disoccupazione è diminuita ancora a luglio, al 12,8%, portandosi al di sotto delle stime di consenso. L’inflazione ha altresì messo il freno e si colloca ora intorno al 2,5%, il livello più basso da quasi 18 anni – un netto cambiamento dalle punte vertiginose di inflazione a doppia cifra registrate all’inizio del 2016. Questo miglioramento radicale è ascrivibile soprattutto alla notevole stabilizzazione del real brasiliano e al calo dei prezzi dei generi alimentari.
Sul fronte della politica monetaria, la banca centrale brasiliana continua a tagliare i tassi d’interesse – un segnale positivo che la ripresa economica è ormai in atto. Il tasso ufficiale si attesta oggi all’8,25%, dopo l’ulteriore riduzione di 1 punto percentuale operata a settembre. L’ottava manovra di allentamento consecutiva ha portato i costi di finanziamento ai livelli più bassi dal 2013.
Cosa significa dunque tutto questo per i mercati obbligazionari del Brasile? In sintesi, la situazione è positiva. I mercati non hanno subito turbative sulla scia delle accuse di corruzione del Presidente Temer. L’approvazione in Senato della riforma del mercato del lavoro, il rialzo dei tassi statunitensi e il rincaro del petrolio hanno fornito impulsi positivi. La recente condanna dell’ex Presidente Lula ha dato slancio anche alle obbligazioni brasiliane, facendo tirare un sospiro di sollievo agli investitori: il politico, un tempo altamente rispettato, pensava infatti di candidarsi alle elezioni presidenziali dell’anno prossimo.
Dopo le gravi difficoltà degli ultimi anni, l’economia brasiliana è ormai avviata sulla buona strada e la banca centrale ha recentemente rivisto al rialzo le sue proiezioni per la crescita del PIL nel 2017 dallo 0,5% allo 0,7%. I problemi politici continuano a destare preoccupazione, ma nel complesso le prospettive del Brasile appaiono più rosee e offrono valide opportunità d’investimento agli operatori disposti a guardare oltre gli scandali.

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