Fondi sostenibili, una moda che contagia anche l’Europa

A cura di Morningstar

C’è un baratro fra il grado di attenzione dedicato all’investimento sostenibile e la disponibilità di prodotti di investimento dedicati al settore in Europa. Secondo i dati di Morningstar il mercato europeo dei prodotti gestiti conta 2.096 strumenti (principalmente fondi aperti ed Etf) che hanno un esplicito mandato di sostenibilità. Questo numero rappresenta solo il 3,5% di tutti i prodotti domiciliati nella regione. Quest’anno Morningstar ha lanciato la ricerca sulla sostenibilità dei fondi che permette agli investitori e ai consulenti di verificare il profilo di sostenibilità di tutto il mercato del risparmio gestito.

Fondi ESG in crescita
Per approfondire gli sviluppi del mercato dei prodotti ESG (Evironmental, social and governance) abbiamo dato un’occhiata ai prodotti che sono stati lanciati sul mercato nel corso dell’ultimo anno. Abbiamo selezionato i nuovi arrivi partendo dal nome, dalla categoria Morningstar e li abbiamo guardati attraverso la lente della Morningstar Sustainability Research lanciata all’inizio del 2016.

Secondo i dati l’anno scorso (fino al 2 dicembre) sono arrivati sul mercato 101 nuovi fondi ESG. Nel 2015 sono stati 96, mentre l’anno precedente se ne sono contati 92. Il numero dei nuovi prodotti, quindi, è aumentato rispetto agli anni scorsi. Il miglioramento è evidente anche in termini percentuali. Nel 2016 il 3,6% dei fondi lanciati in tutta Europa aveva un mandato ESG (nel 2014 e nel 2015 sono stati il 2,5%).

Alla fine di novembre nei nuovi fondi sono stati investiti 6,49 miliardi di euro. In media si parla di 67,6 milioni per ogni singolo prodotto. Nel 2014 gli asset investiti nei nuovi strumenti ESG è stato di 3,95 miliardi (44,84 milioni per fondo). Nel 2015 sono stati 7,19 miliardi (77,3 milioni per strumento).

Dei 101 nuovi strumenti, 60 sono stati fondi azionari, seguiti da 18 obbligazionari e 18 bilanciati (a cui vanno aggiunti 4 fondi a tempo determinato e uno dedicato al real estate). L’attenzione per gli strumenti equity può sembrare curiosa considerando i deflussi che hanno colpito il segmento nel 2016. Bisogna considerare però che il settore ESG è guidato dagli azionari (il 55% dei prodotti sostenibili nel mercato europeo dei fondi investe in stock). Solo il 36% di tutti i fondi della regione, invece, è dedicato all’azionario.

I fondi ESG preferiscono l’equity
Una spiegazione del fenomeno può essere trovata nella storia più lunga, in termini di ESG, del settore equity e della maggiore disponibilità di indici corrispondenti. Il mercato obbligazionario, invece, è più complesso e definire benchmark sostenibili per i bond non è un gioco da ragazzi. A questo va aggiunto che quello del “debito verde” è un fenomeno recente e l’industria ha da poco iniziato ad occuparsi del settore. Alla luce di questo non sorprende che solo il 17% dei fondi con un mandato ESG sia dedicato al fixed income.

Un’altra spiegazione della prevalenza dell’equity nell’ESG risiede nell’attività dei provider degli indici. L’industria degli ETF è ancora dominata da prodotti tradizionali non socialmente responsabili per cui non stupisce vedere il loro numero che aumenta. Gli indici con un focus sugli ESG per i bond, invece, continua ad essere un’eccezione. Nel 2016 ne è stato lanciato uno solo contro i 28 benchmark dedicati all’equity sostenibile.

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