Il downgrade della Cina non intacca la forza dello yuan

A cura di Wings Partners Sim

Dopo il downgrade della Cina da parte di Moody’s, seguito da rumors che vedevano la possibilità che la scelta sarebbe stata presto seguita da Standrad & Poor’s, molti analisti prevedevano un indebolimento dello yuan, determinato dalle liquidazioni dei fondi stranieri che avrebbero rimpatriato dollari. Si temeva infatti uno scompenso nella bilancia dei pa-gamenti proprio in favore del biglietto verde, in un’ottica di medio periodo.

Tuttavia il movimento del cambio ha visto favorito in maniera significativa la valuta cinese che si è portata sui massimi da febbraio contro dollaro, nonostante l’apprezzamento di quest’ultimo contro le altre principali valute.

Probabile che il movimento del cross usd/cny sia stato orchestrato dal Governo di Pechino per prendere in contropiede gli speculatori e far scattare degli stop-loss per evitare un posizionamento direzionale degli operatori che sarebbe diventato difficile da gestire nel tempo, come successo ad inizio 2016.

Le banche cinesi hanno quindi venduto importanti quantità di dollari, una scelta che eviterà anche situa-zioni di carenza di liquidità in vista del prossimo mese, che storicamente vede un forte rialzo degli interessi domestici. Inoltre Pechino ha fatto circolare indiscrezioni su un possibile cambio nel metodo di calcolo del tasso di cambio ufficiale giornaliero, volto a “limitare la volatilità”. Un segnale di forza della Cina che fa da avvertimento per gli speculatori per scoraggiarli dall’im-plementare strategie ribassiste conte-stualmente al taglio del rating.

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