Il punto macro e l’asset allocation di Banca del Piemonte

A cura di Banca del Piemonte

In Eurozona il PMI Composite è salito in maniera sorprendente a febbraio: infatti, da un 54.4 a gennaio è passato a 56 nel mese in corso. Il dato rappresenta un record da aprile 2011, ed è stato trainato maggiormente dai servizi (più collegati alla domanda interna) piuttosto che dal settore manifatturiero. Gli indici PMI nazionali che hanno contribuito in maniera più significativa al rialzo sono il tedesco e francese, grazie a buone informazioni relative all’occupazione ed ai prezzi. Il 2017 inizia quindi con indici PMI dall’intonazione molto forte, coerenti con una crescita del PIL dell’Eurozona ora stimabile allo 0.5% t/t nel primo trimestre, in accelerazione rispetto ai livelli del 2016.

Tuttavia, a giudicare dalla reazione dei mercati obbligazionari, l’ottimismo generato dai dati PMI sullo stato di salute dell’economia europea è stato compensato dal flusso di notizie provenienti dal fronte politico. Pesa principalmente il quadro politico in Francia, dove i sondaggi presentano il vantaggio di Marine Le Pen al primo turno in costante aumento. Ma l’aspetto che preoccupa di più è la riduzione del vantaggio di Fillon e Macron in fase di ballottaggio, che risulta tale da farlo rientrare quasi nell’area del margine di errore dei sondaggi. Tutto ciò ha comportato un allargamento dello spread dei titoli obbligazionari francesi sul Bund fino a 81 bp. A ridare un po’ di sollievo ha contribuito a metà settimana la conferenza stampa di Bayrou, nella quale quest’ultimo, rinunciando a candidarsi per la Presidenza, ha dichiarato il suo appoggio a Macron, spostando così parte dell’elettorato a favore del candidato centrista indipendente, che viene considerato il candidato più forte per contrastare la Le Pen al secondo turno. Anche le notizie provenienti dall’Italia non hanno contribuito positivamente, con il profilarsi, sempre più probabile, di una scissione all’interno del PD ed alcune case di investimento che cominciano a mostrare toni sempre più pessimisti sullo scenario italiano all’interno dei report.

La situazione in Grecia La pressione su spread e rendimenti della Grecia sembra essersi attenuata: la riunione dell’Eurogruppo, pur concludendosi senza un accordo per lo sblocco dei finanziamenti, ha avuto un esito positivo nel ricompattare il gruppo dei creditori, che hanno mostrato la volontà di cambiare il mix di politiche, abbandonando richieste di maggiore austerità (ovvero la richiesta di aumento ulteriore dell’avanzo primario) e ponendo più enfasi su riforme profonde, legate al sistema tributario, alle pensioni e al mercato del lavoro.

I verbali della FED: un nulla di fatto La pubblicazione dei verbali dell’ultima riunione FED si è rivelata neutrale per i mercati, che non hanno trovato spunti direzionali. Alcuni partecipanti hanno segnalato la necessità di alzare i tassi “al più presto”, al fine di non rimanere dietro la curva, mentre l’elevato grado di incertezza sulle politiche future dell’amministrazione americana (soprattutto legate all’entità dello stimolo fiscale) sembra mitigare questa linea più aggressiva. Il risultato è stato che il dollaro è rimasto immobile sugli ultimi livelli mentre il tasso sui decennali USA ha finito addirittura col contrarsi. L’unico spunto interessante, in ottica di medio termine, è emerso dalla volontà di cominciare a rivedere fin dalle prossime riunioni, la politica di reinvestimento dei titoli e delle cedole in scadenza, sostanzialmente le modalità di riduzione dell’enorme bilancio della FED. Questo potrebbe rivelarsi un fattore determinante per l’evoluzione futura dei tassi nel medio termine, che probabilmente peserà ancor più dell’andamento dei dati macroeconomici.

Buone notizie in arrivo dal Giappone Accelera l’attività manifatturiera in Giappone, dove l’indice PMI di febbraio fa registrare l’espansione più forte negli ultimi 3 anni per il relativo settore e segna una rilevazione sopra i 50 punti per il sesto mese consecutivo. Si allontana dunque, per il momento, la possibilità di ulteriori tagli in negativo dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale, che si dichiara confidente sul raggiungimento dell’obiettivo di inflazione (target 2%).

Materie prime: continua la corsa Le materie prime, soprattutto quelle industriali, continuano la loro ascesa, sostenute dal buon momento ciclico che sta attraversando l’economia mondiale. A loro volta stanno offrendo un supporto alla risalita dell’inflazione sulle principali aree: registrano infatti massimi coincidenti con i valori minimi toccati nei corrispondenti mesi dell’anno passato. Questa settimana il prezzo del petrolio sembra rafforzarsi e voler uscire da quella fase di lateralità delle ultime settimane: l’ottimismo dimostrato dall’OPEC sulla tenuta dell’accordo per ridurre la produzione di greggio sembra compensare egregiamente la crescita delle scorte dell’ultimo periodo.

Indicazioni di asset allocation e views relative
Asset Allocation Banca Piemonte
Asset Allocation 2 Banca Piemonte

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