In Italia, gestione passiva fa rima con Etf

A cura di Morningstar

Con circa il 20% degli asset totali, i primi 15 fondi indicizzati per patrimonio gestito, quasi tutti coperti dalla ricerca qualitativa di Morningstar, rappresentano uno spaccato importante del mercato italiano della gestione passiva, che conta in tutto oltre 1.300 prodotti, tra Exchange traded fund e comparti tradizionali.

Osservando la tabella sottostante si nota immediatamente la netta predominanza degli Etf sui fondi passivi non quotati in Borsa (13 contro 2). In effetti, per trovare il terzo fondo non quotato nella classifica dei più importanti in termini di asset, bisogna scendere fino alla 35esima posizione. Per fare un confronto, negli Stati Uniti, 12 dei 30 più grandi fondi passivi sono prodotti non quotati.

Negli Usa, il 64% del patrimonio investito passivamente è veicolato tramite gli Etf. In Europa, la percentuale scende al 54%, ma in Italia schizza all’81%. Questa è una conseguenza del sempre più importante utilizzo dei replicanti da parte degli investitori istituzionali, ma anche del tipo di struttura dell’offerta: gli investitori italiani possono scegliere infatti tra un’ottantina di fondi passivi non quotati contro i quasi 1.250 scambiati in Borsa. In pratica, il 94% dei prodotti indicizzati disponibili sul mercato nostrano sono Etp (Exchange traded product), quando la media europea è del 70%.

I dati della Top 15
Se si guardano le performance di questo campione, le sorprese sono poche: nei primi otto mesi dell’anno, le asset class che hanno guadagnato di più sono quelle legate ai mercati emergenti, seguite dall’azionario europeo a grande capitalizzazione. Al contrario, l’equity Usa e le obbligazioni hanno sofferto di più.

Dai dati, notiamo che la raccolta non segue per forza il rendimento, ma che anzi risulta parecchio eterogenea da questo punto di vista.

Con qualche eccezione, vediamo che nella maggior parte dei casi questi fondi si piazzano in buone posizioni percentili all’interno della propria categoria; e si nota anche una chiara relazione tra la posizione percentile e il rating qualitativo, a dimostrazione che questi prodotti rappresentano spesso una valida alternativa rispetto ai concorrenti, anche quelli gestiti attivamente.

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