Innovazione industriale e valore per il Paese: nuove sfide e progetti concreti

Gli ultimi dati diffusi dall’Istat stimano una crescita del PIL nel 2015 dello 0,7%, al di sotto delle aspettative e buona parte delle previsioni per il 2016, da Commissione UE a Fmi, sono indicate al ribasso rispetto alle stime dello scorso autunno.   Al di là della disputa sui decimali che divide le diverse istituzioni per quanto riguarda il tasso di crescita dell’Italia, l’interrogativo centrale che si pone in questo momento è se l’ uscita dalla recessione si stia consolidando in una ripresa stabile e duratura, anche grazie all’auspicato rilancio degli investimenti in sede europea.
Appare urgente pertanto mettere in atto politiche concrete e misure idonee a sostenere adeguatamente la ripresa in particolare sul fronte dell’innovazione e della competitività del Sistema Italia, così da produrre positive ricadute anche in termini sociali. Sono questi i temi al centro del convegno “Innovazione industriale e valore per il Paese” tenutosi oggi a Milano, che ha visto un ampio e intenso confronto tra rappresentati di imprese, istituzioni, università, politici, ricercatori ed esperti internazionali.
Obiettivo dell’incontro individuare le strade per realizzare una crescita non più da “zero virgola”, ma soprattutto trainata dall’innovazione e accompagnata da maggiori investimenti in ricerca e formazione e da un aumento dell’occupazione.
Si è approfondito in particolare il contributo decisivo alla crescita che può venire dalle imprese, con la testimonianza di tre diverse realtà aziendali e da una politica nazionale e regionale diretta a favorire ricerca e innovazione, attrazione degli investimenti e internazionalizzazione delle PMI.
 Come osserva nel suo intervento Emilia Grazia De Biasi, Presidente della Commissione Sanità del Senato “L’Italia ha centri di ricerca straordinari e riconosciuti nel mondo, ma il Paese ancora fatica a riconoscere la cultura scientifica per il suo effettivo valore, come leva di sviluppo economico e umano e a dare spazio e futuro alle giovani generazioni.” E riferendosi al mondo della salute la senatrice De Biasi aggiunge: “Università, ricerca, innovazione di prodotto, accesso alla terapia, monitoraggio e valutazione dei risultati sono un tutt’uno, in un circolo virtuoso che finalizza conoscenza al progresso umano. Tecnologia, ricerca, riflessione scientifica sono pilastri di quell’innovazione indispensabile per riqualificare spesa e prestazioni, per ricongiungere ospedali e territorio, per fare emergere la buona qualità della sanità italiana, per dare maggiore profilo e autorevolezza ai nostri centri di ricerca. Certo occorrono importanti investimenti pubblici e privati in tecnologie e in risorse umane, ma sappiamo bene che il ritorno è altissimo, non solo e non tanto dal punto di vista economico ma al fine dell’individualizzazione ed efficacia delle cure”.
I dati più recenti ci parlano di un export 2015 che per la prima volta tocca i 400 miliardi con un incremento del 3,7 rispetto all’anno precedente. Mentre secondo gli ultimi dati ICE, seppure provvisori, gli investimenti esteri in Italia risultano in crescita del 50%, passando dai 21,9 miliardi del 2014 ai 30 miliardi di euro dello scorso anno.
Sottolinea Luca Del Gobbo, assessore all’Università e Ricerca, Open Innovation della Regione Lombardia “Il primo ambito strategico su cui scommettere nel nostro Paese, e in particolare in Lombardia – che è il territorio più attrattivo d’Italia per gli investimenti esteri diretti – è la promozione della ricerca e dell’innovazione industriale”. E, dopo aver sottolineato la necessità di rendere strutturale la collaborazione tra il sistema universitario e quello della ricerca, aggiunge “Occorre muoversi in un’ottica di Open Innovation e in questo ambito la Regione Lombardia ha strutturato una piattaforma dedicata con oltre 3.000 utenti e centinaia di collaborazioni attivate. L’obiettivo è rafforzare ed estendere questo percorso, per disporre di un’interfaccia aperta e interattiva con tutto il territorio lombardo e con le singole persone che in esso fanno innovazione. La seconda leva è certamente quella finanziaria. Se da un lato occorre incrementare i finanziamenti pubblici all’innovazione, e in particolare alle aggregazioni tra imprese di tutte le dimensioni e organismi di ricerca – al riguardo Regione Lombardia ha da poco aperto un bando da 120 milioni di euro – dall’altro lato è sempre più importante riuscire a generare un effetto leva sugli investimenti privati. In tema di venture capital e private equity il nostro paese deve ancora fare un salto di qualità”.
Conclude quindi l’assessore Del Gobbo “Non basta dire che l’impresa innovativa è importante, bisogna avere il coraggio di investirci. In collaborazione con il Fondo europeo degli Investimenti, Regione Lombardia sarà capofila di un progetto che mira a creare nella Macroregione alpina un Fondo dei Fondi di circa 100 milioni di euro per attrarre investitori privati su start up e PMI in espansione. Abbiamo già previsto un investimento regionale di 10 milioni di euro”.
A illustrare l’impronta economica e sociale di una azienda multinazionale è intervenuto Fabrizio Greco, amministratore delegato AbbVie Italia, che ha spiegato “Siamo un’azienda biofarmaceutica globale fortemente orientata all’innovazione, con un fatturato annuo di circa 20 miliardi di dollari ed esportiamo i nostri prodotti in 170 paesi. AbbVie in Italia conta 1300 dipendenti, esporta circa l’80% della propria produzione raggiungendo oltre 110 paesi e con l’ apertura annunciata di una nuova linea produttiva del valore di 60 milioni porterà entro il prossimo anno i propri investimenti complessivi per lo stabilimento in Italia a 100 milioni di dollari nell’arco di 7 anni”.
Nel sottolineare quindi l’effetto volano che un’ azienda innovativa di respiro internazionale può avere per lo sviluppo dell’economia nazionale e locale, Fabrizio Greco ha ricordato l’impatto sul territorio per quanto riguarda valore aggiunto e occupazione. “Secondo i dati elaborati dall’istituto Wifor riferiti al 2013 ogni euro di valore aggiunto prodotto direttamente da AbbVie in Italia ha generato ulteriori 0,38 euro in valore indiretto e 0,15 euro in valore indotto. Considerando poi complessivamente sia i dipendenti dell’azienda che l’occupazione generata in modo indiretto e indotto, lo stesso istituto stima che AbbVie in totale abbia contribuito alla creazione di oltre 7.700 posti di lavoro”
L’a.d. di AbbVie Italia Fabrizio Greco ha quindi concluso “Il comparto farmaceutico nel nostro paese, costituito per il 40% da imprese italiane e per il 60% da imprese globali a capitale estero, rappresenta il primo settore per competitività, crescita all’estero, incremento della produttività e della capacità produttiva e ha investito complessivamente in produzione e R&S circa 2,5 miliardi nel 2014. L’Italia è il paese che ha aumentato di più al mondo il valore dell’export di medicinali dal 2010 al 2014 (fonte Farmindustria). Abbvie Italia occupa nel panorama dell’industria farmaceutica nazionale il secondo posto tra le imprese straniere globali per vendite estere, si pone al quarto posto per addetti in ricerca e produzione, secondo i dati elaborati di recente dal Centro Studi Farmindustria.
Attraverso la testimonianza di altri due casi aziendali sono stati quindi illustrati il valore e l’impatto della piccola e media impresa nel Sistema paese e il ruolo delle Start Up come necessario collegamento tra ricerca e produzione.
Carlo Mango, Direttore Area Ricerca scientifica Fondazione Cariplo ha sottolineato:” In 25 anni di attività , la Fondazione CARIPLO, con la sua azione filantropica, ha consentito la realizzazione di oltre 30 mila progetti di organizzazioni non profit, con un impegno di oltre 2 miliardi e 800 milioni di euro. Nel settore della Ricerca scientifica la Fondazione ha sostenuto in questi primi 25 anni ben 1.764 progetti per un totale di 421 milioni di euro. Per l’anno in corso Fondazione Cariplo dispone di un budget 152 milioni di euro per l’attività filantropica a sostegno di progetti che gli enti non profit presenteranno. Le novità, oltre ai bandi, riguardano i 4 programmi ad ampio impatto che interessano le periferie, il recupero delle aree interne, l’impresa sociale, fino alla Jobfactory un hub che, a partire da un luogo fisico, contribuisca a creare occupazione per i giovani”.

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