Investimenti Sri e consulenti finanziari: il legame è sempre più stretto

I consulenti finanziari italiani sono sempre più sensibili al tema della finanza sostenibile e allocherebbero in strumenti SRI una percentuale del portafoglio dei loro clienti considerevolmente superiore a quella attuale. Per supportare il trend positivo della finanza SRI, i consulenti auspicano un’attività informativa sempre più efficace da parte degli asset manager e una maggiore disponibilità di prodotti che applicano strategie SRI.
Questi i principali elementi che emergono dall’indagine “La percezione degli operatori sulla finanza SRI”, voluta da Candriam Investors Group, in collaborazione con EticaNews e realizzata da MoneyMate con il supporto del professor Duccio Martelli, esperto di Finanza Comportamentale, docente di Finanza presso l’Università di Perugia e Visiting Professor alla Harvard University. I risultati dell’indagine, condotta in particolar modo su professionisti di lungo corso (il 64% ha un’esperienza superiore ai 20 anni), sono stati presentati al Salone del Risparmio 2017.
I portafogli dei consulenti finanziari investiti in SRI.Il 13% del campione ha dichiarato di aver investito in prodotti SRI una percentuale compresa tra l’11 e il 30% del portafoglio dei suoi clienti;

  • L’1% ha allocato in fondi SRI oltre il 30% del portafoglio.

A questi, fortemente convinti dell’utilità dell’approccio SRI, si aggiunge un ulteriore 15% del campione che ha destinato a queste strategie tra il 6 e il 10%.
L’esposizione all’SRI che i consulenti finanziari consiglierebbero… Le percentuali di portafoglio che i consulenti finanziari consiglierebbero di investire in soluzioni SRI sono considerevolmente più elevate.

  • Il 33% del campione suggerirebbe una percentuale compresa tra l’11 e il 30% per portafogli inferiori ai 500mila euro, mentre per portafogli superiori a questa soglia, la percentuale di consulenti che consiglierebbe questa allocazione sale al 43%;
  • L’11% del campione suggerirebbe una percentuale superiore al 30% del portafoglio. Per oltre 1/3 di questi, la percentuale ideale sarebbe superiore al 60%.

Emerge da questo confronto un forte potenziale per le strategie SRI, rimasto fino ad oggi in parte inespresso, forse a causa di bias comportamentali dei consulenti, che in qualche modo emergono da altre conclusioni dell’indagine (vedi sotto), le quali mettono in luce una conoscenza ancora non del tutto approfondita delle caratteristiche e dei plus della finanza sostenibile.
Gli investimenti SRI contribuiscono alla gestione del rischio di portafoglio. È sempre più chiaro come un investimento responsabile abbia anche una funzione di protezione all’interno di un portafoglio. Il 50% del campione intervistato ha affermato che l’inserimento di prodotti SRI in portafoglio riduce la rischiosità dello stesso, attribuendo loro così un implicito e significativo contributo di risk management.
Qualche incertezza sulle definizioni… Da un punto di vista teorico, la conoscenza della finanza SRI da parte dei consulenti finanziari evidenzia la necessità di intensificare gli sforzi formativi e informativi: il 72% del campione, ad esempio, ha affermato che “finanza responsabile” è sinonimo di “finanza etica”.
Ma idee chiare sulle caratteristiche delle strategie SRI. Da un punto di vista più pragmatico, emerge però una diffusa comprensione di quali siano i criteri sui quali si basano le strategie SRI (solo l’8% ha ammesso di non saperne nulla, mentre quasi il 19% ha fatto riferimento a criteri legati a dettami religiosi) e, in particolare, assoluta consapevolezza del modo ideale di portare tali strategie all’interno del portafoglio dei loro clienti: il 94% del campione, infatti, considera i fondi comuni di investimento gli strumenti ideali per investire SRI.
Cosa chiedono in più i consulenti. Le principali esigenze espresse dai consulenti per colmare il gap esistente tra l’allocazione attuale di strumenti SRI nel portafoglio dei loro clienti e l’allocazione a loro modo di vedere corretta riguardano:

  • Una maggiore diffusione dell’informazione sui prodotti SRI (82%);
  • La valorizzazione della valenza sociale dei prodotti SRI (62%);
  • L’aumento dell’offerta di prodotti SRI (45%);
  • L’aumento dell’interesse da parte dei clienti finali (41%).

La chiave di lettura della finanza comportamentale. L’indagine si è avvalsa del supporto del professor Duccio Martelli che, in qualità di esperto di finanza comportamentale, ha preso in esame gli elementi che caratterizzano il processo decisionale dei consulenti finanziari in materia di finanza responsabile.
In particolare, l’analisi di finanza comportamentale delle risposte date dal campione ha messo in luce alcuni errori di tipo cognitivo (dovuti ad un’errata percezione ed elaborazione delle informazioni disponibili, es. confusione tra finanza etica e finanza responsabile) ed emotivo (es. status quo, ossia la tendenza a non modificare le scelte effettuate in passato, a causa del rimpianto che il soggetto potrebbe sperimentare una volta intrapresa una nuova strada a causa del ruolo giocato dalle emozioni).
Una lettura incrociata di questa analisi di finanza comportamentale con le principali esigenze espresse dai consulenti lascia intendere, comunque, che questi bias comportamentali siano stati già in buona parte compresi e razionalizzati dai consulenti, gettando le premesse per un’assimilazione ancora maggiore da parte loro dei plus reali di un approccio SRI agli investimenti finanziari.
Matthieu David, Head of Italian Branch di Candriam Investors Group, afferma: “L’indagine ha messo in luce come sia già oggi molto forte l’interesse dei consulenti finanziari italiani per la finanza sostenibile, ma anche l’esigenza di una maggiore assistenza, che li aiuti a superare dei bias comportamentali che ancora generano confusione, avere delle basi conoscitive più solide e dei supporti formativi e informativi che consentano loro di essere più convincenti con i clienti. Professionalità nella gestione dei rapporti con le reti, profonda expertise gestionale e completezza della gamma in campo SRI sono i tre elementi-chiave per gli asset manager che vorranno beneficiare di questo trend di crescita”.

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