Investitori obbligazionari a rischio duration

A cura di Mark Benbow, fixed income fund manager di Kames Capital
Il rischio per gli investitori obbligazionari è diventata la durata del portafogli. A questo si è giunti dopo anni di tassi bassi, una condizione che ha più che motivato gli emittenti a mettere in atto processi di rifinanziamento del debito che permettono loro di abbassare i propri costi di finanziamento, allungando le scadenze. Di riflesso, quindi, si sono dilatate anche le durate dei benchmark obbligazionari, rendendo tali indici più sensibili alle manovre delle Banche centrali.
Il perché è piuttosto semplice. La matematica base prevede che a rendimenti bassi corrispondano valutazioni dei titoli elevate, mentre a prezzi bassi sono collegati ritorni più consistenti. Un contesto di tassi al rialzo, quindi, mette non poca pressione alle obbligazioni di lunga durata, esposte al cosiddetto duration risk, ovvero al rischio di vedere crollare il loro valore.
Un’ipotesi, questa, alla quale gli investitori dovrebbero prestare molta attenzione, soprattutto considerando come l’allungamento delle scadenze dei nuovi titoli proposti avvenga in un momento in cui gli investitori istituzionali sono costretti a guardare ad emissioni più rischiose o, per l’appunto, più lunghe per cercare di generare income. Quella che si viene a creare è una combinazione domanda/offerta degna di nota: tassi bassi significano un mercato sulle emissioni lunghe più ricco, ma anche un duration risk più elevato e minori possibilità di generare rendimento.
Il problema è presente a prescindere da quale sia l’approccio usato, anche se si fa sentire maggiormente per gli investitori passivi, i quali non hanno controllo sui titoli a cui sono esposti e che vengono dunque catapultati all’interno del meccanismo. Un discorso simile, tuttavia, si può applicare anche a quei gestori attivi che seguono l’andamento del loro benchmark di riferimento e che sono stati quindi trascinati in questo effetto elastico.
Per difendersi, un po’ come facciamo in Kames, meglio non affidarsi agli indici, ma concentrarsi nell’identificare idee di investimento in grado di generare alfa in maniera autonoma. In particolare, da guardare è il segmento high yield che negli ultimi anni ha vissuto un trend inverso: la duration è andata diminuendo, offrendo così l’opportunità di investire in titoli più corti e ad alto rendimento.

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