La Francia impensierisce gli operatori, flight to quality sui mercati

Di Vincenzo Longo, market strategist di IG

Partenza di settimana in deciso calo per le borse europee, che hanno risentito dei crescenti timori politici emersi in Francia. Gli investitori tornano a guardare con una certa preoccupazione alle dichiarazioni arrivate durante il week end dalla candidata alle presidenziali francesi, Marine Le Pen, secondo cui la Francia potrebbe uscire sia dall’Unione europea che dalla Nato. Gli investitori sembrano essere sempre più preoccupati delle posizioni estremiste della leader del Front National e di una sua probabile vittoria, soprattutto dopo le accuse mosse allo sfidante di centro destra, Francois Fillon, che proprio oggi ha annunciato di portare comunque avanti la sua candidatura.

I timori si sono diffusi a macchia d’olio anche sul resto della periferia, in particolar modo l’Italia. Gli spread verso il Bund sul segmento decennale hanno raggiunto nuovi massimi pluriennali. Nel dettaglio, quello Oat-Bund ha toccato 76 punti base, massimi da marzo 2013, mentre quello Btp-Bund ha superato quota 200 punti base, livello più alto da febbraio 2014. A poco è servita l’audizione di Draghi davanti al Parlamento europeo, con il numero uno di Francoforte che ha continuato a ribadire l’irreversibilità dell’euro. L’area è uscita dalla peggiore crisi economica degli ultimi 70 anni anche grazie alla moneta unica e alle scelte di politica monetaria, ha precisato Draghi, chiarendo che prima di fare marcia indietro sul QE occorrono più dati da tutti i Paesi, dato che permane una certa frammentazione economica.

Le vendite hanno interessato in particolar modo i titoli finanziari di tutta l’Europa, con le vendite concentrate ancora una volta sull’Italia. Le performance sul listino milanese dei titoli bancari hanno oscillato dal -3% al -6%, con Unicredit ha fatto da capofila. La banca è alle prese con l’aumento di capitale da 13 miliardi di euro, partito proprio oggi. Anche i diritti hanno sofferto molto, chiudendo con quasi -19%. La prima impressione è che gli attuali azionisti non intendo difendere le quote ante aumento e vendono i diritti, almeno in parte. La volatilità, comunque è tipica di queste sedute, pertanto potremmo assistere a dei rimbalzi nei prossimi giorni. In linea generale, l’operazione riserva ancora dei rischi rilevanti. Con una crescita così bassa e senza un piano d’impatto e su larga scala sugli NPL, il capitale è destinato a essere “bruciato” nell’arco di qualche anno, se non prima se il ciclo economico dovesse a deteriorarsi. Queste sono le principali ragioni che spiegano l’incertezza e l’alta diffidenza che gli investitori, soprattutto esteri, hanno sul comparto bancario nazionale.

L’atteggiamento prevalso sui mercati, nella sostanza, è stato quello di una tipica seduta di flight to quality. Gli investitori si sono rifugiati su oro (ai massimi da quasi 3 mesi, malgrado la tenuta del biglietto verde), yen e franco svizzero. Penalizzato l’euro, che ha perso terreno verso le principali valute, incorporando di fatto le incertezze politiche sulla zona euro. Probabilmente il calo è stato stemperato in qualche modo dalla tipica chiusura di posizioni in carry trade che caratterizza la moneta unica nelle fasi di flight to quality.

Vuoi ricevere le notizie di Bluerating direttamente nella tua Inbox? Iscriviti alla nostra newsletter!