La guerra tra Opec e shale oil amplia lo spread Brent/Wti

A cura di Nick Leung, Research Analyst, WisdomTree Europe
I tagli all’offerta dell’OPEC stanno riducendo l’eccesso di scorte e facendo schizzare alle stelle i prezzi dell’oro nero, mantenendo il mercato in backwardation per i future sul petrolio. L’attesa diminuzione dell’offerta nel 2018 probabilmente garantirà prezzi alti e al disopra del trend.
Non tutti i prezzi del petrolio seguono però lo stesso andamento. In effetti, il Brent sovraperforma il WTI dal giugno scorso, portando lo spread Brent/WTI ad ampliarsi di 6USD, al suo picco dal 2015.
L’ampliamento dello spread offre interessanti opportunità di trading per chi investe in petrolio. Come usare gli ETP short e a leva sul petrolio per sfruttare nella maniera più proficua i movimenti delle quotazioni?
Il premio del Brent sul WTI. Lo spread Brent/WTI rappresenta il differenziale maggiormente oggetto di operazioni di trading sul mercato delle commodity a causa di driver della domanda e dell’offerta unici sia per il Brent che per il WTI. Il primo identifica solitamente il petrolio estratto dal Mare del Nord ma è anche impiegato come benchmark per i prezzi in Europa, Africa e Medio-oriente. Il WTI, d’altro canto, si riferisce al petrolio prodotto e raffinato in Nord America. Naturalmente ciò espone il Brent a un livello più alto di rischio geopolitico rispetto al WTI, soprattutto in Medio Oriente. Questo aspetto, storicamente, è stato uno dei principali fattori determinanti dell’ampliamento dello spread Brent/WTI.
La Primavera araba, iniziata nel dicembre del 2010, è il classico esempio di un evento in grado di provocare l’ampliamento degli spread. Gli spread si sono ampliati di oltre 20USD al barile nel 2011, a causa dei timori riguardo alle ripercussioni dell’instabilità politica regionale sull’offerta e il trasporto del Brent. Oggi, le costanti tensioni tra Iran e Arabia Saudita continuano a giustificare il prezzo più alto del Brent.
Anche la diminuzione dell’offerta da parte dell’OPEC ha contribuito sicuramente ad ampliare lo spread Brent/WTI, poiché i tagli alla produzione si riflettono sul prezzo del Brent. Per contro, i prezzi del WTI hanno dovuto affrontare l’ostacolo posto da un eccesso di offerta, imputabile all’estrazione di shale oil, che non dà cenni di cedimento. In concomitanza alla ripresa delle esportazioni di greggio dagli USA, verso la fine del 2015 c’è oggi una maggiore disponibilità di greggio WTI rispetto a prima. Ciò presumibilmente intensificherà i timori riguardo all’eccesso di offerta del petrolio proveniente dagli Stati Uniti e incentiverà l’ampliamento degli spread Brent/WTI.
Trading sullo spread. Considerando le diverse dinamiche che determinano l’andamento delle quotazioni, la divergenza dei prezzi Brent/WTI presenta interessanti opportunità di trading per gli investitori. Un semplice esempio di strategia di trading, come quello illustrato di seguito, mostra le oscillazioni del prezzo del greggio durante l’Uragano Harvey.
I danni provocati alle raffinerie della Costa del Golfo dall’Uragano Harvey hanno impattato in misura considerevole sulle capacità di raffinazione degli USA, indebolendo temporaneamente la domanda di greggio WTI. Al contempo, il Brent ha assistito ad un lieve aumento della domanda poiché le raffinerie europee hanno compensato il deficit della produzione petrolifera statunitense. Di conseguenza, i prezzi del Brent sono saliti di quasi il 2,5% in più rispetto a quelli del WTI durante l’uragano.
Gli investitori avrebbero potuto portare avanti delle operazioni sull’ampliamento dello spread usando una semplice strategia di pair trading: optando per posizioni long sul Brent e short sul WTI. Gli investitori che desiderano conservare il capitale potrebbero considerare gli ETP short e a leva che, in genere, richiedono solo una piccola percentuale di capitale per una posizione senza effetto leva.

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