L’America rallenta, ma gli operatori non perdono l’ottimismo

A cura di Morningstar

L’America in Borsa rallenta ma gli investitori, almeno per il momento, non sembrano preoccuparsi più di tanto. L’indice Morningstar relativo al mercato Usa nell’ultimo mese ha perso l’1,02% (fino al 29 agosto e in dollari, -3,3% in euro), portando a +10,23% la performance da inizio anno.

Un andamento, quello monthly, giustificato più dalle alte valutazioni raggiunte dal mercato americano che non dalle preoccupazioni sulla tenuta dell’economia e delle aziende yankee.

I dati sul Pil del secondo trimestre hanno mostrato una crescita del 2,6% e un’inflazione al di sotto del 2% che dovrebbe frenare la Federal Reserve da nuove strette monetarie. “Secondo i gestori con cui parliamo si tratta di una situazione ideale per i mercati equity che possono contare su una crescita stabile e tassi bassi”, spiega Cherry Reynard, analista di Morningstar. Questo si accompagna a un quadro positivo dal punto di vista degli utili aziendali che, nell’ultima tornata, nella maggior parte dei casi hanno battuto le attese degli operatori. I mercati sembrano anche indifferenti al cosiddetto Trump effect. “Gli investitori e le imprese hanno accettato il fatto che il Presidente non è in grado di mantenere molte delle sue promesse e procedono col Business as usual”, dice Reynard.

Per quanto riguarda le categorie Morningstar dedicate ai fondi specializzati sull’equity Usa, la Large cap blend in un mese ha perso il 3,75% (in euro), mentre quella value è scesa del 4,1%. Quella riservata alle Mid cap ha ceduto il 5,6% e quella delle Small cap ha lasciato per strada il 5,32%.

I growth perdono meno
Il segmento che, nonostante il segno negativo, si è comportato meglio è quello dei Large cap growth che, in quattro settimane, ha perso il 3,6%. Il fondo con Analyst rating che si è fatto notare per la tenuta è Brown Advisory US Equity Growth P Acc (- 1%; Analyst rating; Bronze; Morningstar rating: tre stelle). “Al gestore piacciono le società che sono in grado di investire anche nelle fasi di rallentamento economico, quindi vengono preferite le aziende più stabili”, spiega Fatima Khizou, fund analyst di Morningstar in un report del 5 aprile 2017 secondo cui lo strumento, per chi vuole investire negli Usa, dovrebbe avere un ruolo di supporto e, a causa della sua distinta caratteristica growth, dovrebbe essere accompagnato con uno strumento value. “Il processo di investimento parte da report che sono sottoposti al gestore e al team che a quel punto decidono se procedere con delle visite alle società, alle quali partecipano anche gli analisti. Il fund manager può anche decidere di parlare con i concorrenti e gli esperti del settore in questione per avere ulteriori elementi. Alla fine gli analisti mettono insieme tutte le informazioni per arrivare a un target price del titolo. Al gestore, tuttavia, resta l’ultima parola sull’eventuale acquisto. L’ammontare della posizione dipende dalla valutazione dell’azione, dalla liquidità, dal potenziale di apprezzamento e dal tasso di crescita. Una caratteristica del processo di vendita è il fatto che il titolo ceduto viene rimpiazzato da stock dello stesso settore”.

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