L’asset allocation di Ambrosetti Sim

A cura di Alessandro Allegri, ad Ambrosetti AM Sim

La positività dei mercati azionari introduce un clima nuovo rispetto alle dinamiche altalenanti viste in buona parte del 2016. L’attualità finanziaria è dominata dall’arrivo di un nuovo paradigma, con l’era del “Quantitative Easing” quasi alle spalle e la fase di discesa incondizionata dei rendimenti dei titoli di Stato ormai terminata. La prospettiva di un nuovo scenario macroeconomico di crescita più forte, inflazione più alta e politica monetaria meno espansiva sta alimentando le aspettative dei principali operatori finanziari che rispondono in modo entusiastico alla possibilità di cambiamento. Questa nuova ricetta alimenta la fiducia, sia di imprese che consumatori, e sembra proprio piacere ai mercati, con risultati in generale positivi come non si vedeva da molti trimestri.

Si è fermata la sovraperformance relativa del mercato azionario americano e, in prospettiva, l’aumento della divergenza di politica monetaria tra USA ed Europa, più restrittiva l’una ed ancora espansiva l’altra, dovrebbe alimentare questa nuova tendenza anche nei mesi a venire. Sul lato mercati emergenti alle ottime performance annuali, soprattutto per Brasile e Russia, fanno da contraltare le difficoltà degli ultimi mesi (-4.56% nel trimestre) sui quali pesano le percezioni negative circa l’impatto netto della nuova politica economica USA con attese molto sfavorevoli per il nuovo atteggiamento protezionista, solo parzialmente compensate dai limitati vantaggi dello stimolo fiscale.

Rimane alta la selettività all’interno dei mercati dove i titoli legati alle Telecomunicazioni, gli Energetici ed i temi Finanziari hanno offerto i maggiori progressi, mentre sui comparti più “difensivi” avremo bisogno di tempi di sviluppo più allungati per osservare i potenziali benefici dell’effetto atteso di crescita economica. Anche gli investimenti obbligazionari hanno concluso il 2016 in modo sostanzialmente positivo ma smentendo in chiusura di anno le aspettative iniziali molto favorevoli.

Non è stato dunque un anno facile, le difficoltà sui bond si sono concretizzate negli ultimi mesi ed i mercati stanno ora affrontando una fase incerta e negativa molto impegnativa che caratterizzerà anche i primi mesi del 2017. Il mutato atteggiamento di politica monetaria in Usa ha spinto il rendimento dei Treasuries al rialzo in maniera marcata (da Ottobre +80 bps sul decennale) con un effetto propagazione che ha trascinato con sé gli altri mercati, sia sviluppati che emergenti, il cui debito in valuta forte rimane molto vulnerabile all’andamento dei tassi USA mentre il suo spread non sembra essersi allargato a sufficienza da risultare ad oggi attraente. In questo contesto di nervosismo, come conseguenza, le valute sono diventate la principale valvola di sfogo delle tensioni commerciali.

Il nascente trend economico sostiene ancora il Dollaro che, contro Euro, complice la politica monetaria della BCE, sembra ormai puntare sempre più decisamente verso la parità. Chiusura d’anno inoltre favorevole alla continuazione del recupero da parte del Petrolio (+11.13% nel mese), mentre l’Oro soffre ancora (-1.79%). Va in archivio un anno in cui numerosi eventi politici e macroeconomici hanno fortemente influenzato l’andamento dei mercati andando ad alimentare un circolo di volatilità sfociato soprattutto sugli indici dell’Eurozona. Il 2017 parte con temi per certi versi poco differenti da quelli visti nell’anno appena conclusosi ma con una prospettiva, anche in termini di sentiment, ad oggi più positiva. I cambiamenti in atto candidano le azioni ad essere l’asset class più promettente da affiancare agli strumenti obbligazionari il cui rischio intrinseco aumenta sensibilmente in uno scenario di sviluppo economico, alta inflazione e rialzo dei tassi. Per il mese di gennaio viene mantenuta più contenuta l’esposizione azionaria complessiva confermando un sostanziale equilibrio fra componente azionaria e quella obbligazionaria.

A livello di allocazione si segnalano importanti variazioni sul fronte della selezione settoriale con il completo rinnovamento degli asset e la scelta a favore di Finanziari, Energy, Industrial e Consumi Non-Ciclici. A livello geografico vengono azzerati gli investimenti sui mercati emergenti mentre si mantengono in equilibrio i rapporti tra le aree principali, Euro, Usa e Giappone. Sulla componente obbligazionaria incrementiamo le posizioni sui temi High Yield aumentando nel complesso l’esposizione valutaria extra euro.

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