Le previsioni per il secondo semestre: la view di Natixis

Il rafforzamento del dollaro, il rallentamento della crescita cinese, le dinamiche dei tassi di interesse e dei prezzi del petrolio, per non parlare del riacuirsi della crisi in Grecia, hanno alimentato le incertezze sui mercati finanziari nella prima metà del 2015. Quali potrebbero essere le maggiori opportunità e i maggiori ostacoli nella seconda parte dell’anno?
“Come sottolineano i nostri esperti, lo scenario macro-economico globale presenta diversi fattori di incertezza che potrebbero generare volatilità sui mercati – sottolinea Antonio Bottillo, Executive Managing Director per l’Italia di Natixis Global Asset Management. La nostra struttura multi-affiliates basata su molteplici società di investimento ci permette di individuare opportunità e rischi di ciascuna area geografica e asset class, in modo da costruire un portafoglio coerente con gli obiettivi del singolo investitore e in grado di affrontare diverse fasi di mercato.”
David Herro, CFA®, Chief Investment Officer, International Equities, Harris Associates
Nel complesso, il contesto macroeconomico globale è piuttosto buono. Non vi sono grossi squilibri a livello mondiale e la fiducia è in graduale ripresa. Gli Stati Uniti, che rappresentano quasi un quarto dell’economia globale, sono in recupero. L’Europa, e forse la Cina, hanno toccato un punto di minimo e ora, lentamente, stanno risalendo. Il mondo emergente non è omogeneo. Sebbene sia difficile
intravedere un miglioramento significativo in Brasile e Russia, l’Indonesia e l’India stanno crescendo.
La compressione delle valutazioni a livello globale Il mercato è stato robusto negli ultimi anni e sembra che ora si stia normalizzando. Ad esempio, quest’anno l’indice S&P 500 è salito solo del 2% (a metà giugno). A livello globale, notiamo una compressione delle valutazioni. Non vi sono grandi differenziali in termini di mercati eccessivamente “cheap” o eccessivamente costosi. Gli utili aziendali stanno andando bene negli Stati Uniti, nonostante l’impatto negativo del dollaro forte. Ritengo che le quotazioni e valutazioni azionarie saranno supportate dalla costante crescita degli utili. Non vedo grandi movimenti azionari verso l’alto o il basso, sebbene possano presentarsi delle opportunità in alcune aree.
Trovare valore in Europa e in Giappone. È possibile individuare sacche di valore in Europa e Giappone. Entrambe le aree hanno sofferto negli ultimi anni e ora beneficiano del dollaro statunitense forte. Una chiara soluzione alla situazione greca in relazione alla zona euro sarebbe positiva per i mercati azionari europei. Credo che le azioni europee otterranno performance migliori quando si risolverà l’attuale incertezza.
Lo yen continua a indebolirsi, il che favorisce le esportazioni. Ma il Giappone, proprio come l’Europa, necessita di cambiamenti strutturali. L’economia deve aprirsi maggiormente. Le società giapponesi devono diventare non solo più efficienti dal punto di vista della produzione, ma anche in termini di allocazione del capitale. È inoltre auspicabile che rendano più solida la governance societaria. Un altro elemento mancante è la differenziazione tra management e consigli di amministrazione. Le società giapponesi sono troppo autoreferenziali, il che ostacola i cambiamenti necessari per adeguarsi all’economia moderna. Penso che le società giapponesi debbano seguire l’esempio di Toyota Motor. Toyota ha ridotto il proprio consiglio di amministrazione e aggiunto figure professionali estere. Gli errori del passato le hanno insegnato che una presenza internazionale è necessaria.
I prezzi dei titoli finanziari sono interessanti. A livello globale, i titoli finanziari non hanno recuperato terreno. Le valutazioni sono ancora relativamente modeste. Tuttavia, i bilanci delle banche non sono mai stati in così buono stato, anche se ritengo che le banche siano sovra capitalizzate. Ciò è dovuto in parte alla regolamentazione e alla mancanza di ampie opportunità di erogazione del credito. Sembra che le cose stiano iniziando a cambiare, e per il meglio. Abbiamo assistito all’inizio di una espansione globale del credito, sebbene contenuta, fatta eccezione per la Cina.
Continuo a ritenere che Credit Suisse sia piuttosto sottovalutata. Attualmente è scambiata a circa 10 volte la stima di consensus sugli utili per l’anno prossimo, e al di sotto del valore di libro. Presenta ottimi flussi di cassa correnti provenienti dalla divisione Private Banking. Una caratteristica attualmente scarsamente presente sul mercato. La posizione patrimoniale della divisione Investment Banking è stata oggetto di dibattito. Ma credo che la società potrebbe ottenere la posizione patrimoniale richiesta per far fronte alle nuove norme bancarie grazie agli utili generati.
Brigitte Le Bris, Head of Currency & Emerging Markets Natixis Asset Management
La mia preoccupazione principale riguarda la crescita globale. Da dove arriverà nei prossimi mesi? I consumi negli Stati Uniti nei primi mesi del 2015 hanno deluso le aspettative. Quanto guadagnato dai consumatori a seguito del crollo dei prezzi del petrolio è stato risparmiato più che speso. Gli investimenti a livello globale restano molto contenuti. Le economie emergenti (EM), sebbene non in calo, non mostrano ancora alcun segno di un forte rimbalzo.
La zona euro rimane l’unica area ad aver sorpreso positivamente con un rialzo (per quanto contenuto!). La deflazione è stata evitata in Europa, e stiamo notando alcuni segni di reflazione a livello globale. Ma complessivamente siamo molto lontani da qualsiasi ripresa della pressione inflazionistica. Quindi ritengo che la domanda di prodotti obbligazionari rimarrà molto elevata, soprattutto per quelli caratterizzati da uno spread consistente. Tra questi, continuo a ritenere interessanti i titoli governativi emergenti. Sebbene il debito pubblico in generale e il debito estero dei paesi emergenti sia aumentato a partire dal 2008, la maggior parte di questi paesi presenta disavanzi di bilancio e disavanzi delle partite correnti più contenuti, oltre a regimi valutari più flessibili e maggiori riserve di valuta estera. Continuo a ritenere che i titoli govrnativi high-yield dei mercati emergenti offrano valore.
Aumento dei tassi d’interesse da parte della Fed. Riteniamo che l’aumento di tassi da parte della Fed inizierà a fine anno.  Tuttavia, la conformazione della curva dei rendimenti sarà più importante rispetto a tale aumento. Appartengo alla schiera di coloro che ritengono che la parte lunga della curva dei rendimenti dovrebbe essere relativamente immune. Sono invece maggiormente preoccupata per gli effetti che l’aumento dei tassi avrà sui mercati emergenti in valuta locale e sui mercati valutari. Il dollaro statunitense dovrebbe beneficiare di tale aumento del differenziale dei tassi. Naturalmente, una parte dell’apprezzamento del dollaro è già alle nostre spalle.
Liquidità in calo. In qualità di gestori, siamo abituati a far fronte ad eventi di mercato: è il nostro lavoro! Tuttavia, ora ci troviamo di fronte ad una riduzione della liquidità su tutti i mercati, compreso il mercato valutario, che si presume essere il più liquido (le nuove normative sono sicuramente da biasimare in tal senso, ma questo è un altro discorso… ). La scarsa liquidità e la crescente volatilità sono nuovi elementi di cui dobbiamo tener conto per i prossimi mesi.

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