Le strategie smart beta crescono e diventano più sofisticate

Le sfide del mercato finanziario, tra cui il basso livello dei rendimenti, le elevate valutazioni di diverse asset class e la scelta di orizzonti temporali a breve termine, stanno rendendo sempre più difficile, per gli investitori professionali, raggiungere gli obiettivi dei propri clienti. Le strategie smart beta offrono la possibilità di affrontare alcune di queste sfide in modo efficace.

Invesco PowerShares ha pubblicato un report, “Smart beta strategies: more bricks for portfolio building?”, basato su una sua recente ricerca che esplora le ragioni per cui vengono implementate le strategie smart beta nei portafogli dei clienti, le difficoltà che si possono riscontrare nel loro utilizzo e le aspettative sulle allocazioni future. Sono stati consultati i professionisti del settore, che operano in 6 mercati europei: gestori di portafoglio, CIO (Chief Investment Officers), fund selectors e analisti di fondi. Degli oltre 400 intervistati in Gran Bretagna, Germania, Italia, Svizzera, Paesi Bassi e Francia, circa uno su cinque non utilizza ancora strategie smart beta. La ricerca rivela in modo chiaro la tendenza di un aumento nell’utilizzo degli smart beta e di come gli stessi stanno diventando con il tempo sempre più sofisticati.

“La vita di un investitore professionale non sta divenendo più semplice – spiega Stefano Caleffi, responsabile Invesco PowerShares per il Sud Europa ed Israele – gli orizzonti d’investimento dei clienti si stanno contraendo, i portafogli vengono rivisti con una maggiore frequenza e, in un mondo incerto, la gestione dei rischi sta diventando altrettanto importante quanto i rendimenti. Lo smart beta non è certo una panacea, ma può contribuire ad affrontare le principali sfide del mercato, come quelle relative ai bassi rendimenti. Chi utilizza gli smart beta ne riconosce chiaramente i benefici, e con il passare del tempo diviene sempre più competente tanto da aumentarne l’allocazione nel proprio portafoglio”.

Risultati principali del report:

  • Aumenta un approccio a breve termine. Oltre i tre quarti degli intervistati evidenza l’esigenza di costruire portafogli in grado di realizzare solide performance in un arco temporale più ristretto. E’ in aumento anche la domanda di analisi mensili sulle performance dei portafogli. Gli investitori professionali stanno optando in modo crescente per le strategie smart beta, come approccio per raggiungere, in questo contesto, gli obiettivi d’investimento dei clienti.
  • Le principali sfide identificate dagli investitori professionali sono i bassi rendimenti, le elevate valutazioni e la correlazione tra le classi di attivo
  • Tra coloro che utilizzano strategie smart beta rileviamo con il passare del tempo un aumento del livello di competenza. Diventano più esperti e adottano un approccio più sofisticato all’investimento. Con l’aumentare della competenza, si rileva anche una transizione significativa dalle allocazioni tradizionali basate sulla scelta delle classi di attivo a una allocazione maggiormente basata sul rischio.
  • La decisione di adottare strategie smart beta è prevalentemente proattiva, basata sulla convinzione e sul desiderio di diversificare. Queste sono state identificate come le principali motivazioni da quasi la metà degli utilizzatori di smart beta. Inoltre, con l’aumentare della competenza, cresce anche la rilevanza della convinzione nel processo decisionale, mentre il desiderio di diversificare diventa sempre meno significativo.
  • Anche se la maggior parte degli investitori smart beta privilegia ancora il mercato azionario, è in netto aumento l’interesse per lo smart beta appartenente al mercato obbligazionario. Oltre la metà degli investitori istituzionali prenderebbe in considerazione un’allocazione a strategie smart beta a reddito fisso.
  • Le prospettive future sono positive e la soddisfazione degli utenti è estremamente elevata. Il 97% degli utenti riferisce infatti che le allocazioni smart beta stanno rispettando o persino superando le aspettative, e tre su quattro intendono aumentare le proprie allocazioni. Un numero crescente di operatori raccomanderebbe lo smart beta ai colleghi.
  • Pur essendo un approccio in crescita, lo smart beta suscita scetticismo tra coloro che non lo usano, di cui gran parte attribuisce la propria riluttanza alla maggiore convinzione nell’utilizzo dei prodotti a gestione attiva.
  • Per favorire la crescita futura, è necessario che la formazione, la comunicazione e lo sviluppo di prodotti affrontino le sfide dello smart beta ed i timori di chi ancora non lo utilizza.

“Chi utilizza lo smart beta – fa poi notare Caleffi:  è molto soddisfatto della propria esperienza d’investimento e intende continuare ad aumentare le proprie allocazioni in futuro, sebbene abbia aspettative molto elevate. Per non deludere queste aspettative, occorre quindi dedicare attenzione alla formazione continua, all’innovazione dei prodotti e – soprattutto nel mercato obbligazionario- a costruire collaborazioni con i provider dei fondi. Lo smart beta è uno dei principali trend del mercato dell’ultimo decennio, e riteniamo che queste strategie svolgano un ruolo rilevante nell’aiutare gli investitori a realizzare i propri obiettivi d’investimento. Se il mercato rappresenta il miglior parametro per valutare l’eccellenza dei prodotti, è evidente che lo smart beta è destinato a svolgere un ruolo sempre più centrale nel futuro del settore dell’asset management in Europa”.

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