L’Europa brinda alla riforma fiscale, in calo il Nasdaq

A cura di IG
Chiusura in territorio positivo per gli indici europei che hanno salutato così l’approvazione della riforma fiscale al Senato statunitense dello scorso week end. Buona apertura anche per gli indici di Wall Street, che hanno esordito con i nuovi massimi storici, fatta eccezione per il Nasdaq, appesantito dal rialzo dei rendimenti sui Treasury. Nonostante la portata imponente della riforma (la più importante da 31 anni), l’atteggiamento degli operatori è piuttosto composto e non emergono segnali di euforia.
Un segnale questo che potrebbe voler dire che dietro al +35% del DowJones e al +24% dell’S&P500 messo a segno dall’elezione di Trump sia stata già scontata una simile manovra. A questo punto, la riforma tornerà alla Camera, dove dovrebbe essere uniformata alla precedente proposta, prima di tornare al Senato per il voto finale. L’ostacolo principale dovrebbe essere ormai alle spalle e il mercato sembra scontare già che la firma di Trump arrivi entro Natale.
Nonostante gli sviluppi sulla riforma fiscale, rimangono delle nubi all’orizzonte sul caso Russiagate. La vicenda è piuttosto complicata e di tanto in tanto emergono dettagli che chiamano in causa lo stesso presidente Trump. Un’ipotesi di impeachment rimane ancora poco probabile, dato che necessita una maggioranza semplice alla Camera, attualmente in mano ai repubblicani. Senza contare poi che il processo si sposterebbe poi al Senato, dove sarà necessaria la maggioranza dei 2/3 per una rimozione della carica da presidente (cosa che non si è mai verificata sinora).
Ora che la riforma è un passo, in molti si chiedono se il rally in borsa proseguirà o meno. Nonostante i dubbi che insinua la nuova riforma fiscale (aumento del debito da 1.400 miliardi di dollari nei prossimi 10 anni ed effetto sulla crescita piuttosto contenuto), crediamo che non sia arrivato ancora il momento di vendere gli indici Usa. Non si può andare contro un ciclo economico in rafforzamento e di tale portata. Certo, qualche correzione potrebbe esserci in scia anche alle tensioni geopolitiche con la Corea del Nord, ma è probabile che si tratti di qualcosa di temporaneo.
Sul fronte Brexit, questo pomeriggio Theresa May e il presidente uscente della Commissione europea, Jean Claude Juncker, hanno fatto sapere che non è stato raggiunto un accordo sul divorzio tra Regno Unito e Ue, nonostante gli sforzi. L’alzamento dell’assegno di divorzio da parte di Londra segna comunque un buon progresso, ma rimangono dei punti aperti in merito ai confini con l’Irlanda del Nord. A questo punto, il tutto è rinviato al Consiglio europeo di metà mese dove dovrebbe essere presa una decisione ufficiale. La sterlina è stata colpita dalla volatilità nel pomeriggio, man mano che arrivavano le notizie da Bruxelles. La divisa britannica rimane comunque vicina ai massimi toccati negli ultimi giorni, dato che i progressi dei negoziati dovrebbero aprire a una soluzione positiva la prossima settimana.
Tra le criptovalute, il Bitcoin ha fatto segnare un nuovo record nella notte, arrivando a lambire quota 12.000 dollari.

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