Mercati azionari, è il momento di fare le pulizie di primavera

A cura di Duncan Lamont, Head of Research and Analytics, Schroders

I mercati azionari globali hanno registrato il loro primo trimestre in calo degli ultimi due anni. Tutti i mercati dei Paesi Sviluppati hanno chiuso in rosso. Le azioni del Regno Unito hanno perso oltre il 7%, mentre in Giappone il calo è stato quasi del 5%. Perfino i finora intoccabili Stati Uniti hanno inflitto perdite agli investitori.

Solamente i Mercati Emergenti hanno cominciato l’anno con il vento in poppa. Dalla fine del 2016, hanno generato un ritorno pari a circa il 40% in termini di dollari, quasi il doppio rispetto ai Mercati Sviluppati nello stesso arco temporale. Con la fine dell’inverno che si avvicina nell’emisfero settentrionale, le famiglie si stanno portando avanti con le pulizie di primavera. Dati i recenti sviluppi di mercato, adesso è un buon momento per fare lo stesso con il proprio portafoglio azionario.

Le valutazioni possono essere uno strumento molto utile quando si pensa a una strategia di investimento nel lungo periodo. Sono pressoché inutili quando si cerca di predire i movimenti di mercato a breve termine, ma per gli investimenti di medio-lungo periodo sono parte essenziale della cassetta degli attrezzi.

Per proseguire con la metafora delle pulizie di primavera, ridecorare la propria casa per essere costantemente “di moda” è un compito che consuma sia tempo che denaro. Del resto, le tendenze sono talmente volubili che ci si potrebbe in ogni caso sbagliare. Tuttavia, le valutazioni sono come un investimento dal design classico. Il risultato potrebbe non essere sempre in linea con i gusti del mese, ma hanno certamente una vita commerciale ben superiore rispetto all’ultima moda.

Gli investitori che si stanno curando le ferite del primo trimestre possono trarre un po’ di conforto dal fatto che le valutazioni sembrano adesso meno tirate in confronto a tre mesi fa. Questo suggerisce un contesto più favorevole per gli investitori concentrati sul lungo periodo. Tuttavia, non possiamo ancora dire di essere fuori pericolo. La maggior parte dei mercati, soprattutto quelli dominanti statunitensi (che rappresentano oltre il 50% dei principali benchmark azionari globali), risulta infatti ancora sopravvalutata per lo meno in alcuni aspetti.

Gli Stati Uniti sembrano ancora molto costosi sotto quasi tutti i punti di vista. Ma una combinazione di slancio economico positivo e di stimolo fiscale potrebbe continuare a supportare i ritorni nel breve periodo. Invece in Europa le valutazioni sembrano fair, non risultando né particolarmente economiche né costose, a parte l’attuale CAPE, in linea alla sua media ventennale, dunque non particolarmente preoccupante. Se analizzato nel contesto di robusta crescita economica, il mercato europeo preserva ancora una certa attrattività.

Il Regno Unito manda invece segnali contrastanti. I prezzi dei titoli sembrano leggermente sopravvalutati in rapporto agli utili, mentre sono economici rispetto al valore di listino o ai dividendi.  L’elevato rendimento da dividendi britannico ha storicamente costituito una parte importante della sua attrattività per alcuni investitori. Un income superiore al 4% ha certamente il proprio fascino in un mondo di rendimenti bassi.

Tuttavia, occorre una nota di cautela. Le società britanniche quotate hanno dovuto faticare per permettersi questi dividendi. Sono state obbligate a pagare oltre due terzi degli utili recenti per farlo, una proporzione ben superiore rispetto al solito. Gli analisti prevedono inoltre che nei prossimi due o tre anni il Regno Unito avrà le prospettive di dividendi peggiori tra quelle comprese nella nostra analisi. Potrebbe esserci valore, ma non è il momento adatto per acquistare in modo indiscriminato.

I Mercati Emergenti continuano a sembrare ragionevolmente valutati rispetto a quelli Sviluppati, sebbene la loro forte performance abbia spinto i prezzi al rialzo indebolendo gli argomenti a loro favore.

Dal punto di vista delle valutazioni, il Giappone risulta la scelta d’acquisto più ovvia, ma la natura del suo mercato, sbilanciata in favore delle esportazioni, significa che è anche maggiormente esposto ai crescenti rischi di protezionismo commerciale, con un conseguente outlook relativamente più debole sul fronte degli utili.

Pertanto, cosa prevedrebbero le mie pulizie di primavera basate sulle valutazioni? Suggerirebbero una riallocazione dagli Stati Uniti in direzione dei Mercati Emergenti, del Giappone e dell’Europa. Se la generazione di un flusso di reddito rappresenta una priorità, allora anche acquisti selettivi nel Regno Unito possono avere senso. Tuttavia, nessuna di queste mosse è priva di rischi. I mercati più economici lo sono per un motivo. In queste circostanze, mantenere un’esposizione diversificata piuttosto che puntare tutto su quella affascinante carta da parati che avete adocchiato dovrebbe permettervi di dormire sogni più tranquilli.

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