Mercato immobiliare cinese in calo

La stretta del credito voluta da Pechino ha avuto per effetto un rallentamento del tasso di crescita del prezzo delle abitazioni all’8,3% annuo nel mese di agosto (9,7% a luglio), con l’effetto maggiore che si è avuto proprio nelle grandi città dove i prezzi risultavano a dire di molti insostenibili.

Gli investitori per il momento interpretano questo risultato come un successo di politica economica del Governo cinese, che potrebbe quindi intervenire in senso contrario caso ci fosse un peggioramento superiore a quanto voluto per incentivare nuovamente la domanda di immobili e quindi i prezzi. Tuttavia a prescindere dalla possibilità di intervento l’effetto dovrebbe comunque essere negativo per l’economia nel breve termine e si va ad aggiungere ad una serie di fattori di freno per la crescita del PIL che si andranno a riscontrare in questo secondo semestre, banco di prova dopo gli entusiasmi diffusi nel mondo finanziario nella prima parte dell’anno.

Nel frattempo le banche cinesi fanno provvista di liquidità in vista della fine del trimestre e della Golden Week (festa nazionale che terrà i mercati cinesi chiusi dal 2 al 6 ottobre), che solitamente vedono un incremento dei tassi d’interesse per la carenza di risorse nel sistema. La People’s Bank of China ha iniettato 300 miliardi di yuan ($46 miliardi) tramite repo nella sola giornata di ieri, con un aumento della liquidità che potrebbe mettere sotto pressione lo yuan contro il dollaro nei prossimi giorni.

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