Oriente batte occidente nell’adozione delle nuove tecnologie

Le popolazioni dell’Asia e del Medio Oriente sono molto più avanti rispetto a quelle occidentali in termini di adozione di nuove tecnologie per via di una maggiore conoscenza e di un maggior ottimismo che fa sì che ci sia anche più fiducia nei confronti di queste tecnologie. È quanto emerso da un sondaggio condotto da Hsbc a livello mondiale.

Trust in Technology, il nuovo report di Hsbc, comprende delle ricerche svolte tra oltre 12.000 persone suddivise in 11 Paesi, sottolineando come la fiducia e l’utilizzo delle nuove tecnologie cambi enormemente nelle diverse parti del mondo, con l’oriente che è in vantaggio rispetto all’occidente.

Un esempio delle differenze tra le due aree del globo è evidenziato dalla veloce adozione della tecnologia per il riconoscimento dell’impronta digitale nell’est del mondo. I cinesi (40%) sono i maggiori utilizzatori del lettore d’impronte digitali, con l’India (31%) e gli Emirati Arabi Uniti (25%) rispettivamente in seconda e terza posizione nella classifica dei Paesi intervistati.
Nelle posizioni più basse del ranking, invece, troviamo i francesi e i tedeschi con il 9%, mentre solo il 14% degli abitanti del Canada ha utilizzato il riconoscimento dell’impronta digitale per identificarsi.

In occidente l’uso di tecnologie tradizionali è ancora molto comune, con i francesi che sono quelli più affezionati all’utilizzo di password e, allo stesso tempo, quelli meno inclini (37%) a passare ad un metodo più sicuro come il lettore delle impronte digitali. Il dato va paragonato con il 46% totalizzato dagli abitanti di Hong Kong e con il 56% dalla popolazione cinese.

Per quanto riguarda la gestione del denaro, i cinesi (48%) e gli indiani (50%) sono quelli più propensi a concordare sul fatto che i computer offrano già dei consigli più accurati rispetto agli esseri umani. Al contrario, solo il 18% della popolazione canadese e il 21% di quella del Regno Unito è d’accordo con questa affermazione.
La Germania, con solo il 4%, ha il tasso più basso di utilizzo dei servizi bancari tramite smartphone o tablet, rispetto al 15% riportato negli Emirati Arabi Uniti e al 9% a Hong Kong.

“Sembra che le popolazioni dell’est del mondo abbiano una ampia comprensione e una maggiore fiducia nei confronti delle tecnologie emergenti e di quanto queste possano apportare dei benefici alle loro vite- ha affermato John Flint, Global Chief Executive of Retail Banking and Wealth Management di Hsbc – la velocità del cambiamento e l’incontenibile tasso di adozione delle nuove tecnologie fanno sì che Paesi come India, Cina e gli Emirati Arabi Uniti siano più avanti rispetto alla maggior parte del mondo occidentale”.

Dai dati si evince che la fiducia nelle nuove tecnologie e il loro conseguente utilizzo non sono solo spinte dai trend dei consumatori ma possono anche essere incoraggiate tramite un più ampio supporto governativo.
Nel 2009, il Governo indiano è stato il primo a lanciare un programma basato sulla biometria chiamato Aadhaar Project, creando il più grande database biometrico del mondo.
Questo ha probabilmente contribuito a far sì che la popolazione Indiana fosse tre volte più incline a utilizzare la tecnologia per il riconoscimento dell’iride rispetto alla media globale (il 9% contro il 3%).
Un’impostazione nazionale basata una maggiore apertura, unita al supporto governativo per il lancio e per la promozione delle nuove tecnologie, potrebbe avere un effetto dirompente su una nazione.

Ad ogni modo, ci sono chiari motivi per essere ottimisti in merito all’utilizzo e all’attitudine dei Paesi occidentali nei confronti delle nuove tecnologie. Questo, però, non è il quadro completo.
Il 50% della popolazione cinese possiede ancora un fax, mentre il 39% deli indiani possiede un cercapersone, entrambi con le percentuali più alte tra il campione che ha preso parte al sondaggio.

Anche se l’oriente ha superato l’occidente in termini di utilizzo e di adozione di nuove tecnologie, c’è ancora un’elevata prevalenza di tecnologie più obsolete che vengono impiegate giornalmente. Inoltre, i dati evidenziano che il progresso non è distribuito in maniera ampiamente omogenea, con un forte divario tra le aree rurali e quelle urbane.

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