Panel strategist Aiaf: più azioni e meno bond

Con l’ingresso nel 2017, dominato sulla scena politica mondiale dall’elezione di Trump negli Stati Uniti, il mercato azionario continua a registrare nuovi record e maggiore consenso a fronte di un peggioramento delle aspettative verso la componente obbligazionaria rispecchiando la view espansiva che domina l’attuale contesto macroeconomico. Gli esperti che hanno partecipato alla prima edizione del 2017 del Panel Strategist, l’analisi trimestrale realizzata da AIAF Associazione Italiana degli Analisti e Consulenti Finanziari, appaiono particolarmente fiduciosi nei confronti della componente azionaria nella quale si distingue soprattutto quella giapponese per la quale la view passa da leggermente positiva a positiva. Parziale, invece, è il giudizio nei confronti dell’equity USA a fronte di un preoccupante protezionismo della nuova amministrazione.
Sul fronte obbligazionario gli analisti appaiono più diffidenti nei confronti dei governativi dell’area Euro (per i quali il giudizio passa da neutrale a negativo), dei corporate europei (per i quali si passa da un giudizio positivo a neutrale) e dei mercati emergenti, dove però il parere passa da positivo a solo leggermente positivo. Migliora, invece, il sentiment nei confronti del mercato monetario che passa da leggermente negativo a neutrale e sul petrolio (da neutrale a positivo), segno dei concreti risvolti derivanti dall’accordo tra i paesi produttori per limitare la produzione globale e ribilanciare il mercato.
Nel portafoglio ottimizzato, alla luce del peggioramento della view strategica sui bond governativi, risulta azzerata l’esposizione ai Treasury e ai Bund, pur conservando un leggero sovrappeso sui BTP a fronte della neutralità espressa dal consenso su questa asset class.In termini di rischio/rendimento gli investimenti più attrattivi si confermano i Bond dei Paesi emergenti (8%) in concomitanza con i  corporate dei mercati americani (14.6%) e europei (15.6%). Risultano sovrappesati l’equity Italia (3.2%) e quello giapponese (7.9%), a fronte di una volatilità relativa, che controbilancia il sottopeso sull’azionario americano (12.8%). Risultano sovrappesati anche il petrolio (2.8%) e l’oro (2.9%), così come sale sopra il livello del benchmark il peso del mercato monetario (15%).
Con una volatilità più contenuta, tocca il 4.01% il rendimento atteso del portafoglio ottimizzato. Dal 7 ottobre al 30 dicembre 2016 il portafoglio ottimizzato ha battuto il benchmark di 9bps (1.12% vs. 1.03%). Prendendo in considerazione l’intero anno (22 gennaio – 30 dicembre 2016), il portafoglio modello ha reso il 9.41%, risultato molto positivo e superiore a quello del benchmark, che si è fermato al 9.16%. Hanno contribuito positivamente alle perfomance soprattutto l’esposizione costantemente lunga ai bond dei mercati emergenti, ai corporate bond – sia europei sia americani – e, sporadicamente, al mercato azionario italiano; al contrario equity USA e bond governativi americani e dell’Area Euro hanno sottratto punti base al rendimento complessivo del portafoglio nel corso del 2016 a causa della sistematica sottopesatura che ha iniziato a premiare solo nell’ultimo trimestre dello scorso anno.

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