Morningstar: Mediobanca è molto sottovalutata

Di Stephen Ellis, responsabile della ricerca azionaria per il settore finanziario di Morningstar

Gli investitori sono sempre più preoccupati per il futuro del sistema bancario e dell’economia del Belpaese. Da inizio anno, i titoli del settore bancario (indice FTSE Italia AllShare Banks) hanno subito un declino di oltre il 50%. La Brexit ha introdotto dei rischi, ma ha anche funzionato da incentivo alle banche italiane per intraprendere azioni immediate per affrontare le loro problematiche. Le recenti riforme, come la costituzione del fondo salva-banche Atlante e il riconoscimento da parte di alcuni grandi istituti della necessità di cambiamenti (ad esempio le dimissioni del Ceo di Unicredit), possono creare opportunità di investimento.

Gli analisti Morningstar stimano che le sofferenze (non performing loan) degli istituti di credito italiani abbiano già raggiunto il loro picco massimo per un ammontare pari a 340 miliardi di euro. Secondo il report, è prevedibile una discesa intorno a 220 miliardi di euro entro il 2020 a fronte di nuovi capitali agli istituti. Dati i 340 miliardi di crediti inesigibili, Morningstar calcola un deficit di capitale di 70 miliardi, ben più dei 40 miliardi anticipati dai grandi investitori istituzionali. La principale idea di investimento degli analisti è Mediobanca, che è sottovalutata di circa il 50% rispetto al fair value Morningstar.

Tra i titoli bancari del tricolore, Mediobanca ha una posizione di vantaggio. L’istituto, grazie a bilanci puliti, non necessita di raccogliere capitale e potrebbe trarre beneficio da una riforma generale del sistema bancario italiano. La sua attività di advisory su M&A potrebbe beneficiare della fase di consolidamento nel settore, mentre la banca retail CheBanca potrebbe guadagnare fette di mercato, diminuendo i costi strutturali.

UniCredit è sottovalutata, mentre Intesa Sanpaolo è valutata equamente, ma entrambi gli istituti di credito devono coprire rispettivamente 14 miliardi e 15 miliardi di euro di deficit di capitale. Ci aspettiamo che circa 10 miliardi possano essere recuperati con un aumento di capitale. Gli analisti Morningstar hanno rivisto e abbassato le stime di fair value per entrambe le banche.

Il basso giudizio di Morningstar sul sistema bancario italiano è frutto di problemi strutturali cronici, ossia il contesto molto competitivo, l’inefficiente struttura dei costi e l’eccessivo numero di sportelli. Le recenti riforme e il processo di consolidamento tra le banche dovrebbero portare a un’ulteriore riduzione del numero di filiali di circa il 20%.

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