Petrolio ai minimi dal 2009. Target di breve a 35 dollari

Tutti gli addetti ai lavori in attesa delle cifre su inflazione statunitense invece a muovere i mercati è arrivato il dato pubblicato dall’Agenzia statunitense per l’energia che ieri ha reso noto che in settimana le scorte di petrolio hanno evidenziato un aumento di 2,62 mln di barili. Cifre totalmente inattese dal mercato che si aspettava un calo di un milione di barili circa.
Il dato ha innescato immediatamente le vendite portando il future sul light crude a segnare un minimo intraday in area 40,65 dollari al barile, nuovi minimi degli ultimi 6 anni. Solamente il 3 marzo 2009 le quotazioni del greggio statunitense erano scese anche sotto quota 40 dollari. Reazione veloce sui mercati azionari con forti perdite per gli energetici che con un prezzo del petrolio così basso dovranno rivedere al ribasso il proprio outlook.
Nel breve periodo manteniamo le nostre prospettive ribassiste sulle quotazioni oil con target a 35 dollari. Crediamo infatti che sia molto probabile che l’Iran possa aumentare la produzione con l’eliminazione delle sanzioni economiche, mantenendo in vigore la situazione di oversupply (eccesso di offerta) sul mercato.
Nel medio/lungo periodo (quarto trimestre 2016) ci aspettiamo invece una reazione delle quotazioni del greggio verso i 60 dollari sulla scia di una forte diminuzione della produzione statunitense di shale oil (nei recenti dati si è notato un calo) e di una ripresa della domanda globale.
A cura di Filippo Diodovich, market strategist di IG

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