Pir, titoli del settore immobilare in fibrillazione

A cura di Trend Online

L’introduzione dei piani individuali di risparmio (PIR) nel panorama degli asset mobiliari ha focalizzato l’attenzione degli addetti ai lavori sia in funzione della raccolta finora raggiunta che per quella stimata nel medio termine.

Le performance registrate dai sottostanti oggetto di investimento da parte dei money manager è sotto gli occhi di tutti.
Gli stessi benchmark di riferimento, attraverso i loro significativi risultati finora conseguiti, non possono lasciare indifferenti e – per alcuni tratti – richiamano alla mente del risparmiatore (e non solo) gli straordinari anni 2000 e l’ormai celebre (e forse dimenticato) “Nuovo mercato”.

La storia ha comunque insegnato che la potenziale bolla speculativa può essere dietro l’angolo e pertanto la dichiarazione rilasciata ieri dal ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan che, intervenendo a un convegno dell’Ania, ha sottolineato come “I Pir sono un primo strumento, se ne possono immaginare altri”.

Nella legge di Bilancio abbiamo introdotto ad esempio misure che facilitano la quotazione» ed ancora «Il governo è disponibile a studiare eventuali modifiche anche per il futuro. Siamo in una fase sperimentale, guardando al medio periodo mi auguro che si possa andare di più in questa direzione». Quest’ultima considerazione è già in atto.

L’emendamento presentato da parte di Movimento 5 Stelle e Mdp alla Commissione Bilancio del Senato relativo alla cancellazione del comparto immobilare come nuovo possibile asset da introdurre nel contesto PIR è stato respinto la scorsa settimana ed ora si attende l’esito del passaggio alla Camera.
Molti osservatori reputano che, anche in quest’ultima sede, non si troveranno particolari difficoltà nell’approvare il tutto.

Per chi opera, come spesso accade, è auspicabile anticipare i tempi per successivamente capitolare il trade attraverso uno dei più affezionati moniti borsistici: “Compra sui rumors e vendi sulla notizia”.

Partendo dall’assunto che – comprendere ulteriori strumenti nel panorama PIR – possa essere considerata una prima fonte di ulteriore diversificazione dell’universo investibile con conseguente allontanamento (almeno nel breve termine) di una potenziale bolla speculativa, la via dell’investimento su alcuni titoli appartenenti al basket del nostro principale benchmark settoriale (FTSE ITALIA Beni Immobili) è auspicabile.

Il paniere è molto circoscritto e all’interno dello stesso c’è molta diversità tra i singoli sottostanti: sia dal punto di vista tecnico che fondamentale, un potenziale stock picking può essere fin da ora implementato, sfruttando un ingresso prevalentemente su Beni Stabili e Aedes ai quali poter affiancare residualmente l’investimento in Coima Res. Arrivati a questo punto, la nostra prima mossa è stata fatta – ora – il tratto (in gergo scacchistico) spetta al Governo.

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