Più volatilità ma nessuna contrazione dell’economia in vista

A cura di Nadège Dufossé, CFA, Head of Asset Allocation di Candriam Investors Group
In linea generale, è possibile distinguere 4 regimi di volatilità diversi, due in un’economia complessivamente in contrazione e due in un contesto in espansione. Da inizio 2016 siamo nel regime più favorevole per una bassa volatilità delle asset class, con un’espansione economica in accelerazione che si estende a numerosi settori. Storicamente, la volatilità di un’asset class è ai minimi nelle fasi di accelerazione della crescita, mentre aumenta con il rallentare dell’economia, pur rimanendo in un regime di espansione.
Un regime di volatilità più elevato è solitamente associato a un’economia in contrazione. Noi però non prevediamo tale scenario nel prossimo futuro. È importante notare che, tanto in una fase di contrazione quanto di ripresa, una volta che l’economia inizia a contrarsi, la volatilità tra le asset class rimane elevata finché l’economia non torna a espandersi. In tale contesto, una maggiore volatilità dei prezzi degli asset è la conseguenza immediata dell’incertezza degli investitori. Inoltre, la storia ci insegna che, salvo uno shock inaspettato, i cambiamenti nei regimi di volatilità non sono mai repentini, ma graduali.
A  nostro avviso, nel 2018 si dovrebbe assistere a una continuazione dello slancio di crescita positivo (seppur in lieve rallentamento) e a una pressione inflativa contenuta (ma in lieve rialzo). Un rallentamento dello slancio in uno scenario di espansione costante costituirebbe un primo passo verso un regime di volatilità leggermente più elevato.
Nel 2018 quindi sarà probabilmente caratterizzato da un incremento della volatilità in tutte le asset class, vista la probabilità che lo slancio economico tocchi il suo picco massimo. Di conseguenza, il nuovo regime di volatilità leggermente più elevato dovrebbe portare a una maggiore dispersione delle performance e pertanto anche a maggiori opportunità per i gestori attivi.

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