Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria, pressione inflazionistica in calo

A cura di Raiffeisen Capital Management 

La produzione industriale e le vendite al dettaglio in Polonia continuano a essere molto solide e sono superiori alle attese degli analisti. Contemporaneamente si assiste a un lieve calo del tasso di inflazione e di recente è di nuovo sceso sotto il 2%. Un andamento simile dell’inflazione c’è stato anche nella Repubblica Ceca, tuttavia, l’inflazione si trova ancora sopra la soglia del 2%. Rispetto alla Polonia si registra, tuttavia, anche un leggero calo della dinamica congiunturale. La produzione industriale e il consumo sono robusti, ma ultimamente sono stati inferiori alle attese del mercato. A livello di politica interna il mese è stato abbastanza calmo nella Repubblica Ceca – si continua a cercare di formare un nuovo governo.

Questo non lo si può dire dell’Ungheria – il partito di governo Fidezs del premier Orban a sorpresa ha subito una netta sconfitta contro un candidato comune dell’opposizione in occasione di elezioni locali nel sud dell’Ungheria e questo soltanto poche settimane prima delle elezioni parlamentari. In questo senso è meno a rischio la generale predominanza assoluta di Fidesz ma piuttosto l’attuale maggioranza di due terzi nel parlamento. Orban rischia quindi un sensibile indebolimento della sua posizione di potere.
I mercati azionari della regione hanno tutti perso a febbraio, la Polonia ha subito un ribasso del 7% ed è stata la più debole. Le perdite a Budapest sono state più o meno in linea con la media dei paesi emergenti, mentre la borsa di Praga ha tenuto abbastanza bene con una perdita di appena l’un per cento.

 

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