Prospettive positive per i mercati emergenti

A cura di Raiffeisen Capital Management
Il primo trimestre dell’anno nuovo si è concluso ed è opportuno fare un breve punto della situazione. I mercati azionari dei paesi emergenti (EM) nel loro complesso hanno guadagnato quasi il 10%; circa il doppio rispetto ai stati solo pochi mercati azionari delle nazioni industrializzate. I rialzi sono avvenuti su vasta scala. Ci sono paesi dove i corsi, contrariamente al trend, hanno perso o sono rimasti fermi. Anche le obbligazioni e valute di molti mercati emergenti hanno registrato guadagni maggiori.
Uno dei driver principali del rialzo dei corsi è stato il continuo afflusso verso i paesi emergenti di capitale d’investimento degli investitori attivi a livello internazionale. I marcati premi di rendimento di molte obbligazioni dei mercati emergenti (EM), la ripresa dei prezzi delle materie prime e le valutazioni azionarie relativamente favorevoli dovrebbero aver svolto un importante ruolo in questo contesto.
Il rialzo dei tassi guida negli USA, il terzo nell’attuale ciclo di rialzo dei tassi d’interesse, non ha praticamente lasciato alcun segno negativo sui mercati finanziari. Era stato generalmente anticipato e le dichiarazioni della banca centrale USA che lo hanno accompagnato hanno ulteriormente tranquillizzato gli operatori di mercato. Il movimento dei tassi non ha inoltre portato a un rafforzamento del dollaro o a rendimenti maggiori dei titoli di Stato USA a lunga scadenza.
Al contrario, sia i rendimenti USA che la valuta americana hanno in seguito ceduto. Nel confronto internazionale, le azioni dei paesi emergenti sembrano ancora avere valutazioni realtivamente interessanti. In termini assoluti, dopo i rialzi dei corsi dei mesi passati, i livelli delle valutazioni della maggior parte degli Emerging Markets, tuttavia, si trovano piuttosto in zona neutrale.
In questo contesto sarà importante vedere come si svilupperanno gli utili societari nei prossimi trimestri e se la congiuntura cinese riuscirà a mantenere l’attuale dinamica. I dati congiunturali e gli indicatori anticipatori cinesi sono stati ancora solidi nelle ultime settimane. Ma sotto la superficie ci sono segnali che indicano che i rischi sul fronte della crescita potrebbero di nuovo aumentare nei prossimi mesi. A tale proposito è significativo che la Cina continui a essere molto più importante per una grande parte dei paesi emergenti rispetto agli USA e all’UE.
D’altra parte, anche la congiuntura cinese dipende molto più dal consumo interno e dagli investimenti nazionali rispetto alle esportazioni verso l’Europa o l’America del Nord. In altre parole, una continua crescita solida negli USA e nell’UE è utile per i paesi emergenti, non sarebbe, però, in grado di compensare un’eventuale rallentamento in Cina. Ovviamente ciò è solo una dichiarazione generale. Nella valutazione individuale la situazione è naturalmente molto diversa per i singoli mercati emergenti.
Nel complesso, le prospettive a medio e lungo termine per le azioni e obbligazioni degli Emerging Markets rimangono per ora positive. Per quanto riguarda i mercati azionari,  sembrano ancora molto promettenti soprattutto i mercati dell’Europa centrale e orientale. Dopo i forti rialzi dei corsi è, però, possibile una correzione in ogni momento, tanto più che l’indice MSCI Emerging Markets si sta anche avvicinando a resistenze tecniche rilevanti.

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