Puntiamo sui subordinati del settore finanziario

A cura di David Hawa, Client Portfolio Manager Fixed Income di Robeco
Il 2016 si è dimostrato un anno molto positivo per gli investimenti nel reddito fisso. I rendimenti dei titoli governativi sono diminuiti, gli spread si sono ristretti e i mercati emergenti hanno messo a segno un forte recupero. Tutto ciò è stato innescato dalle principali Banche Centrali che hanno mantenuto politiche monetarie espansive per stimolare e supportare la crescita economica globale. Tuttavia, nell’ultimo trimestre del 2016, le Banche Centrali hanno modificato la loro visione in scia ad una crescita economica apparentemente più solida e aspettative di inflazione che cominciavano ad aumentare.
Il 2017 è perciò cominciato con un ampio rafforzamento degli indicatori economici globali. Negli Stati Uniti i consumi stanno andando bene e la profittabilità delle imprese è in recupero. In Europa, il tasso di disoccupazione è in continua diminuzione e la produzione industriale, così come le esportazioni, in ascesa, perfino in Italia. Per di più, l’economia cinese sta ancora guidando la crescita sebbene non più in doppia cifra. L’inflazione è rimasta assente più a lungo di quanto previsto e i tassi di interesse hanno continuato a diminuire più a lungo di quanto la maggior parte degli investitori potesse immaginare. La preoccupazione è che i mercati potrebbero sottostimare un’inversione di questo trend. Il ciclo potrebbe muoversi da una condizione di maturità ad una di surriscaldamento con il predominio di pressioni inflazionistiche.
Un altro fattore importante che ha avuto un impatto sui mercati quest’anno è stato l’aumento del rischio politico. E continuerà, visto che in Europa si terranno importanti elezioni, con la Francia e la Germania che cominciano a prepararsi in vista di questi eventi. In aggiunta, la situazione politica in Italia sembra instabile dopo il fallimento del referendum indetto da Renzi. La Brexit e gli eventi recenti in Turchia potrebbero anche avere un impatto sui mercati più in là nel corso dell’anno.
L’innalzamento del rischio politico ha determinato un aumento del premio degli spread richiesto dagli investitori. Gli spread dei titoli governativi francesi sono aumentati rispetto a quelli tedeschi per includere l’ulteriore rischio politico già menzionato. Anche gli spread sui titoli olandesi sono aumentati prima delle elezioni svoltesi a marzo. Da allora sono quindi diminuiti sulla scorta della sconfitta incassata dal partito nazionalistico di estrema destra di Geert Wilders, che non è riuscito a far parte di alcuna coalizione di governo. In ogni caso, anticipiamo ulteriore volatilità negli spread sui titoli governativi in quanto il tema politico resterà dominante. Tutti gli occhi saranno puntati sulla prima tornata delle elezioni francesi prevista in aprile.
Per quanto riguarda l’Italia, abbiamo una visione fondamentalmente negativa. A parte il rischio politico, l’Italia sembra essere in ritardo rispetto ai vicini Paesi europei in termini di crescita economica, con tassi di disoccupazione più alti che non accennano a diminuire, e di riforme economiche, tanto necessarie ma ancora non implementate.
Spostando l’attenzione dai governativi verso il mercato del credito, una crescita solida è positiva ma il ciclo del credito è maturo, specialmente negli Stati Uniti. Con l’inflazione che comincia a riprendersi, l’inflazione salariale aumenterà a sua volta e potrebbe intaccare i margini di profitto. Un’area del credito che guardiamo con particolare favore è quella del settore finanziario, in particolare le obbligazioni emesse dalle banche e dalle società di assicurazione. La nostra preferenza è per i titoli subordinati del settore, in quanto crediamo che il rischio assunto sia ben compensato. Il contesto regolamentare ha imposto, al contempo, una riduzione della leva finanziaria e un miglior posizionamento per affrontare un potenziale contesto recessivo rispetto al periodo antecedente alla crisi, in quanto nei bilanci sono stati accumulati buffer di capitale.

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