Scelte di portafoglio sempre più orientate alla finanza sostenibile

A cura di Morningstar

La finanza sostenibile non è più di nicchia. Nel mondo, gli asset gestiti in questo modo sono stimati in 23 mila miliardi di dollari. Inoltre, nell’ultimo anno, sono aumentate le società di gestione, italiane ed estere, che hanno inglobato i principi ESG (Environment, social e governance) nella loro offerta, sia con il lancio di fondi (una ventina in Italia dal 1 gennaio 2016 al 9 giugno 2017) ed Etf dedicati (una decina in tutta Europa nello stesso periodo), sia inglobando la responsabilità sociale nei processi di investimento, sia facendo il restyling di strumenti già esistenti. Sono aumentati anche i dibattiti e le conferenze sul tema, non solo per gli addetti ai lavori, ma per pubblici più ampi di risparmiatori e consulenti finanziari. La stampa, Internet e i social media hanno fatto da eco, contribuendo ad aumentare la popolarità.

Alcuni fatti hanno stimolato l’attenzione verso la sostenibilità, tra cui la Conferenza di Parigi sul clima (Cop21) e l’Enciclica del Papa, Laudato Si’ (24 maggio 2015). Ma anche i preoccupanti dati sul surriscaldamento globale: il 2016 è stato l’anno più torrido da quando si è cominciato a monitorare le temperature nel 1880.

Cambio di paradigma
Morningstar svolge un ruolo attivo nel promuovere l’investimento sostenibile come un approccio di lungo periodo che ingloba nelle decisioni finanziarie l’attenzione ai fattori ambientali, sociali e di governance, indipendentemente dalla presenza o meno di un mandato esplicito su questi temi.

In queste settimane, ho avuto l’occasione di partecipare a diversi eventi sulla sostenibilità, tra cui uno su come comunicarla, organizzato presso i nostri uffici, in collaborazione con il Forum per la finanza sostenibile. Proverò di seguito a fare alcune riflessioni, partendo dai dibattiti, molto costruttivi, che si sono sviluppati negli ultimi tempi.

Non solo etichette
Innanzitutto, un concetto chiave è “trasparenza”. La finanza sostenibile non può essere una etichetta, ma sostanziarsi in portafogli e comportamenti coerenti, visibili e misurabili. In secondo luogo, serve un quadro di riferimento condiviso di cosa è e cosa non è sustainable investing, che tenga conto della rapida evoluzione del settore. In terzo luogo è necessario fare educazione finanziaria tra i risparmiatori, per aumentare la consapevolezza sulle caratteristiche e il valore di questo approccio, e formazione tra i consulenti finanziari. Infine, dai gestori patrimoniali arriva la domanda di modelli e strumenti per costruire asset allocation sostenibili (Gpf, fondi di fondi, prodotti assicurativi e previdenziali).

Il ruolo dei dati e della ricerca
Morningstar può, insieme agli altri attori (la collaborazione è un’altra parola chiave) fare la propria parte. Il Sustainability rating, lanciato nel marzo 2016, offre una rappresentazione immediata del comportamento ESG di un qualsiasi fondo (non solo SRI). Il giudizio ha lo stesso valore delle metriche finanziarie (le stelle e l’Analyst rating) e può essere usato congiuntamente ad esse.

Inoltre, Morningstar ha mappato le dimensioni dell’investimento sostenibile, in un vademecum che spiega le caratteristiche dei diversi approccio, da quelli di “esclusione” ai più coinvolgenti (impact investing e engagement). Altre ricerche hanno toccato argomenti, quali i profili di rischio e rendimento, i costi, le strategie passive. Recentemente, sono state introdotte nuove metriche basate sull’analisi dei portafogli, che riguardano il grado di esposizione ad aree quali la produzione di alcolici, la pornografia, i test sugli animali, il gioco d’azzardo, il tabacco, gli organismi geneticamente modificati, ecc. E’ possibile anche valutare la coerenza dei propri investimenti con i valori cattolici e quindi escludere i fondi che hanno in pancia produttori di contraccettivi o che usano cellule staminali.

Obiettivi finanziari sostenibili
Questi sforzi sono parte della missione di Morningstar di aiutare gli investitori a raggiungere gli obiettivi finanziari. La trasparenza sul comportamento ESG dei fondi permette di allineare il portafoglio con la sensibilità ai temi ambientali, sociali e di governance e di creare maggiore interesse verso questi fattori da parte di un più ampio pubblico. Metodologie rigorose e indipendenti possono dare solidità alle scelte degli investitori socialmente responsabili, superando luoghi comuni e classificazioni obsolete. A tal proposito è bene ricordare, che i team Sri delle società di gestione hanno processi di costruzione del portafoglio e sono misurati sui risultati, in termini di rapporto tra rischio e rendimento, come tutti gli altri money manager. La sostenibilità è solo uno dei criteri di valutazione. Bisogna anche guardare le capacità dei gestori, la qualità del processo di investimento e la continuità delle performance nel tempo.

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