Settore farmaceutico, M&A e Trumpnomics trainano i titoli

A cura di Christophe Eggmann, responsabile dell’azionario settore Healthcare di GAM

L’elezione di Trump, insieme ad una maggioranza repubblicana al Congresso, dovrebbe alleviare il timore degli investitori in materia di regolamentazione farmaceutica. Lo stesso giorno, gli elettori della California hanno rifiutato il “California Drug Price Relief Act”, una semplice proposta diretta a ridurre il prezzo dei farmaci pagato dagli Stati. Questi risultati rappresentano una congiuntura favorevole per gli investitori del depresso settore biofarmaceutico. Mentre la reazione immediata del mercato è stata positiva, ci interroghiamo su quanta fiducia questi risultati possano fornire agli investitori per un ritorno sostenuto nel 2017 e oltre.

Senza dubbio le discussioni sul prezzo dei farmaci continueranno a riempire le pagine di giornali, ma ci aspettiamo che la polemica feroce che ha colpito così negativamente il sentiment degli investitori venga meno. Non possiamo escludere nessun tipo di asso nella manica da parte dell’amministrazione Trump, soprattutto per l’abrogazione e la sostituzione dell’Obamacare, ma le riforme sanitarie di intonazione democratica non sono al centro della discussione. E quindi, senza dubbio, l’avvicendamento alla Casa Bianca ha gettato le basi per un re-rating del settore.

L’aumento della competitività in aree terapeutiche come quella della cura del diabete e i maggiori ostacoli ai rimborsi imposti dalle società di assicurazione sanitaria continueranno a generare pressione al ribasso sui prezzi, soprattutto in quegli ambiti laddove l’innovazione è più carente. Tuttavia è importante sottolineare che gli sforzi di contenimento dei prezzi dei medicinali siano stati una costante negli ultimi 25 anni e continueranno ad esserlo in futuro. Ad esempio, ci aspettiamo una maggiore trasparenza nei prezzi e nuovi modelli di rimborso a prestazione con una dose maggiore di attenzione rivolta al valore dei medicinali.

Guardando al 2017, ci aspettiamo che gli investitori rimasti alla finestra tornino sul settore, visto che il caso di investimento per il settore sanitario resta molto convincente, a maggior ragione nel contesto post-elettorale.

Una delle pietre miliari della politica di Trump è un ampia riforma del fisco per le imprese, che include anche uno scudo fiscale per il rimpatrio dei capitali e, possibilmente, anche un credito fiscale permanente per la ricerca e lo sviluppo come parte del piano di incentivo all’innovazione. Crediamo che una tale ristrutturazione del fisco dovrebbe incontrare pochi ostacoli al Congresso, grazie al crescente favore nei confronti di una riforma fiscale che renda le imprese americane più competitive. Il settore sanitario sembra essere in prima linea tra i potenziali beneficiari. Sulla base dei dati societari e di mercato, seppure limitati, stimiamo che le aziende del settore detengano circa 150 miliardi di dollari di liquidità e circa 450 miliardi di utile all’estero.

Sebbene sia difficile predire come e in quale misura la riforma fiscale possa influenzare le strategie aziendali, è stato messo in chiaro che oltre a restituire la liquidità agli azionisti, le società hanno anche un forte interesse nello sviluppo esterno dell’attività. Nuovi incentivi fiscali aumenteranno significativamente la loro flessibilità finanziaria e renderanno più interessanti potenziali divorzi tra le società, come quello di Pfizer e Johnson & Johnson. Sul lato dell’offerta, anni di successi nello sviluppo dei prodotti hanno creato un’ interessante gamma di candidati tra i quali scegliere per la rimozione.

Per questo crediamo siano state gettate le basi per un ampio aumento delle attività di M&A nel periodo a venire. In questo senso, vale la pena sottolineare come durante i più recenti trimestri, nei quali il volume delle operazioni di fusione e acquisizione ha raggiunto il suo massimo, l’attività sia stata tipicamente sostenuta da accordi di grandi dimensioni piuttosto che dalla crescita del numero delle singole operazioni. Per esempio, il secondo trimestre è stato dominato dall’acquisizione di Baxalta da parte di Shire per 35,2 miliardi di dollari. Allo stesso modo, quando il volume dell’M&A nel settore sanitario ha messo in ombra quello di tutti gli altri settori nel primo trimestre 2015, l’offerta per Pharmacyclics da parte di AbbVie ha catalizzato l’attenzione.

In termini di valutazioni, è ancora possibile posizionarsi, ai multipli più bassi di sempre, sia sulle operazioni del settore sanitario (al maggior sconto degli ultimi cinque anni) sia sui titoli biotecnologici. Di conseguenza, sebbene gli investitori diano oggi poco credito ai fondamentali del settore, siamo convinti che questa ripresa anticipata delle operazioni di M&A, insieme a un flusso di notizie positivo riguardo allo sviluppo dei prodotti e a un ridimensionamento delle aspettative per il 2017, siano gli elementi necessari a riportare gli investitori nel settore sanitario nel breve periodo.

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