Temporali d’aprile

A cura di Dws

Le rappresaglie incrociate a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina hanno innervosito le borse. Il temporale di queste vertenze commerciali si stava addensando da tempo, forse alimentato dalla convinzione (errata) che la globalizzazione stesse perdendo forza. In gran parte si tratta di un problema politico, non solo interno ma anche internazionale, come accade sovente nelle contese commerciali (e spesso il commercio diventa il capro espiatorio di questioni politiche di natura interna). A pagina 2 parliamo delle prime iniziative per trovare una soluzione nell’ambito del vertice del NAFTA in Perù e durante l’altro vertice regionale di Boao in Cina, entrambi in programma la prossima settimana. Anche se qualche timido passo avanti nella soluzione della controversia commerciale potrebbe far rimbalzare le borse, una vampata di volatilità resta plausibile, perché concordare una soluzione esaustiva potrebbe richiedere qualche tempo. Ritengo improbabile un conflitto commerciale su vasta scala, perché tutte le parti in causa si rendono conto di avere moltissimo da perdere. Tuttavia occorrerà trovare un accordo su alcune questioni molto complesse, come i diritti di proprietà intellettuale e i trasferimenti di tecnologie.

Come si prevedeva, alla costante divergenza tra la politica monetaria della Federal Reserve quelle delle banche centrali dei principali Paesi industrializzati si è sommata la notevole discordanza dell’inflazione corrente e di quella prevista. L’inflazione dei prezzi al consumo a marzo nell’eurozona ha segnalato un aumento su base annua all’1,40%, dall’1,10% di febbraio. Tuttavia, come approfondiamo a pagina 3, quest’aumento è dovuto prevalentemente al rincaro dei generi alimentari. Secondo la BCE, l’inflazione nell’area dell’euro si manterrà intorno all’1,50% sino alla fine dell’anno. In Giappone l’inflazione prevista è in leggero rialzo, (pagina 4) trainata dalla crescita dei salari e dai rincari dei terreni e dei beni importati, ma come in Europa l’aumento dei prezzi probabilmente sarà graduale e non potrà impensierire la Banca del Giappone. Invece l’ICP statunitense di marzo, la cui pubblicazione è prevista il prossimo martedì 10, probabilmente rileverà un tasso d’inflazione inerziale del 2,30% su base annua.

Riteniamo che complessivamente l’incremento degli utili negli Stati Uniti potrebbe raggiungere o superare il 20%. Il periodo di pubblicazione inizierà il prossimo venerdì 13 aprile. Dopo i recenti ribassi i multipli di valutazione delle azioni statunitensi sono diventati più appetibili.

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