Tre luoghi comuni da sfatare sugli investimenti finanziari

A cura di MoneyFarm
Gli investimenti finanziari sono terreno fertile per i luoghi comuni e ricorrendo al linguaggio medico, potremmo dire che il mercato del risparmio gestito è afflitto da disturbi di vario genere: dalla diffusa superstizione tra gli addetti ai lavori ad una serie di miti e stereotipi tra gli investitori sui mercati finanziari.
Se la superstizione degli asset manager non ci tange, ci sta a cuore invece la sicurezza finanziaria dell’investitori che spesso, a cause di erronee convinzioni, agiscono in maniera impropria o si fanno sfuggire importanti opportunità.
Per questo abbiamo deciso di sfatare alcuni miti.

1. Meglio poco ma subito

Certo ognuno di noi ha un’indole più o meno avventuriera ma il discorso “meglio un uovo oggi che una gallina domani”, andrebbe approfondito per capire che in materia di investimenti finanziari le regole del gioco cambiano rispetto la vita quotidiana.
Se infatti nel quotidiano un approccio volto ad prendersi il sicuro subito lasciando al domani il manifestarsi di eventuali condizioni più favorevoli è comprensibile, nel mondo finanziario il “breve termine” non paga, anzi potrebbe costare caro.
Investire i risparmi ad esempio in un conto deposito con un vincolo di 6 o 12 mesi non solo porta a rendimenti pressoché pari allo zero (dato il calo dei tassi di questi ultimi anni) ma può anche comportare penali per l’uscita anticipata dal vincolo.
In alcuni casi infatti uscire dal vincolo prima della scadenza può comportare semplicemente la perdita degli interessi maturati fino ad allora ma, in altri, le banche prevedono l’applicazione di una penale che, come riportato in una ricerca di qualche tempo fa, può arrivare fino all’ 1,5% sull’importo svincolato.
Se si considera che al momento il rendimento dei conti deposito più remunerativi si attesta introno all’1,4%, il conto è presto fatto.
Ecco perché il “poco ma subito” non funziona, o funziona poco, con gli investimenti finanziari e perché la scelta ideale rimane quella di un investimento cucito sulle proprie specificità (anche di carattere temporale), senza vincoli o penali di sorta.

2. Il risultato finale è quello che conta

Quante volte ci sarà capitato di sentire o peggio di affermare che “in fondo, quello che conta davvero è il risultato finale”, quindi il guadagno ottenuto dopo un certo tot di tempo dal vostro investimento? Temo tante…Ma è importante capire che tale atteggiamento dal un lato legittima l’operato spesso poco trasparente di alcune banche o società di gestione del risparmio che si trovano (con le debite eccezioni) a vendere prodotti finanziari, spesso senza mettere in chiaro tutte le voci di costo e le commissioni cui l’investimento sarà soggetto. Informarsi, capire e chiedere chiarimenti laddove necessario è determinante e permette di confrontare diverse soluzioni e scegliere quella non solo in grado di offrire costi ragionevoli ma al contempo un servizio e un supporto di qualità. A nessuno piace buttare via i propri soldi ma spesso questo accade per la scarsa consapevolezza degli investitori che non sanno dell’esistenza di alternative e della possibilità di poter scegliere quella più adatta alle proprie esigenze.
La diffidenza degli italiani in materia di finanza è storica e radicata ma perché non spinge alla ricerca di maggiori informazioni e alla creazione di una conoscenza (almeno di base) che possa fungere da tutela verso i propri risparmi.

3. I rendimenti son bassi e aumentare l’esposizione azionaria può aiutare

I mercati finanziari sono volatili per natura ma far passare questo messaggio non è sempre facile. Più facile invece trovarsi a fare i conti con investitori preoccupati per l’andamento negativo dei mercati che chiedono ai gestori dei loro portafogli interventi volti ad un rendimento più alto.
Può capitare che gli investitori chiedano ad esempio un aumento delle azioni in portafoglio poiché nel caso in cui i mercati dovessero andare bene potrebbe “aiutare le finanze” dell’investitore trascurando tuttavia la condizione inversa, ossia quella dei mercati negativi. Aumentare l’esposizione all’azionario, potrebbe potenzialmente comportare rendimenti maggiori ma al contempo rischi notevoli, soprattutto per investimenti con orizzonti temporali ridotti che non consentono di recuperare le eventuale perdite subìte.
Certo le proiezioni fatte dagli esperti possono aiutare, ma la “ricetta” di una asset allocation bilanciata e in linea con le caratteristiche dell’investitore è sempre la migliore, in grado di proteggere dagli scossoni finanziari che potrebbero in pochi minuti vanificare l’investimento fatto e garantire buoni risultati.
Un approccio moderatamente conservativo e un portafoglio ribilanciato periodicamente sono quindi la soluzione ideale per un investimento efficiente oltre che la riposta più saggia al panico degli investitori.

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