Troppo presto per parlare di strutturale rotazione verso i difensivi

Di Alfonso Maglio, portfolio manager di Marzotto Sim

Al momento riteniamo che l’attacco degli Stati Uniti contro la Siria, seppur preoccupante, non sia in grado di innescare una strutturale rotazione del mercato verso asset più difensivi. Affinché questo avvenga c’è bisogno che il contesto di novità, come la riforma fiscale annunciata e non ancora applicata da Trump con conseguenze sugli scambi commerciali a livello globale, la Brexit e un eventuale regressione del processo inflattivo in atto con rallentamento economico, volgano tutte al peggio. In questo caso ci sarebbe una strutturale riallocazione di risk off verso asset ritenuti beni rifugio, Oro e Dollaro americano in primis con il metallo giallo che potrebbe rivedere i massimi del 2016 in area 1350.

Al momento, pur essendo le incertezze numerose, non pensiamo di essere in questa situazione. Se tuttavia le tensioni dovessero proseguire anche sul fronte nord Coreano, gli asset considerati “rifugio” potrebbero tornare in favore degli investitori. In particolare in ambito obbligazionario il Bund potrebbe tornare di nuovo in area 0,18-0,20% e il Tbond al test in area 2,30%. Sul fronte azionario sarebbero invece da preferire settori più difensivi. In particolare utilities regolate, in quanto caratterizzate da un basso livello di connessione con il commercio estero (penalizzato se il protezionismo trumpiano avesse luogo), ed i telefonici, il cui business ha una domanda inelastica, pertanto abbastanza stabile anche in situazioni di crisi.

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