Usa, come cogliere le opportunità di mercato senza cadere in “Trumpola”

Di Norman Villamin, Chief Investment Officer Private Banking di Ubp

In seguito all’elezione di Donald Trump come 45° Presidente degli Stati Uniti, molti speravano che quelle che erano state viste da tanti come proposte estreme annunciate durante la campagna elettorale, avrebbero lasciato il posto a soluzioni più bilanciate, una volta insediata la nuova amministrazione. Queste aspettative sono state contraddette: il Presidente si è infatti mosso velocemente per mettere in atto l’agenda presentata durante la campagna elettorale.

Non è un caso che la gran parte di queste prime misure siano state messe in atto attraverso Ordini Esecutivi, che non richiedono l’approvazione del Congresso. Questo approccio risponde a una strategia politica. Il volume di segnali di azione mandati agli elettori indica loro che Trump si sta muovendo velocemente per realizzare le sue “promesse”, cementando così la sua credibilità con lo zoccolo duro dei supporter che lo hanno eletto a novembre. Così facendo, da un lato permette all’amministrazione di guadagnare tempo per raggiungere il prossimo stadio della sua agenda politica, dall’altro può rafforzare la sua credibilità assicurandosi una maggioranza più decisiva nelle due camere del Congresso (specialmente al Senato) nelle elezioni del 2018. In vista della campagna per questo appuntamento elettorale, che comincerà a settembre, sarà importante per Trump assicurarsi non solo vittorie politiche presso i supporter, ma anche espandere maggiormente il consenso.

Guardando al piano di Trump per i primi 100 giorni presentato durante la campagna elettorale, il linguaggio usato relativamente alla riforma fiscale e all’abrogazione dell’Obamacare è più incisivo rispetto a quello dedicato ad altri punti. Ci aspettiamo quindi che gli obiettivi politici dell’amministrazione Trump si concentreranno sul cercare di porre le basi per la campagna elettorale del 2018 proprio attraverso questi due punti: implementando un’agenda di riforme fiscali e abrogando/riformando l’Obamacare.

Sebbene esistano rischi di medio termine, tale contesto mette in luce le priorità che il Presidente sembra essersi dato per rafforzare la propria credibilità in vista delle elezioni per il Congresso del 2018.  Queste priorità aumentano l’attuale forte slancio della crescita globale che dovrebbe essere il principale focus per gli investitori.

L’economia americana, infatti, già in rafforzamento, riceverebbe una spinta ulteriore se la tassazione per famiglie e imprese fosse ridotta, come promesso, generando potenzialmente un rimbalzo sul fronte del reddito disponibile e dei profitti (350 miliardi di dollari il primo anno, stando a quanto previsto dai Repubblicani). Aggiungendo a tasse più basse il processo di deregolamentazione in materia di banche, energia e sanità (attraverso l’abrogazione dell’Obamacare) si potrebbe dare ulteriore supporto agli utili e alle spese delle imprese.

Nonostante ciò, queste stesse politiche potrebbero rappresentare un rischio di medio termine per la sostenibilità della crescita americana. Se da un lato il target di crescita del 4% del Pil statunitense annunciato da Trump può sembrare ambizioso, il perseguimento di questo obiettivo rischia di surriscaldare l’economia americana. Con l’inflazione headline che già si sta avvicinando alla soglia del 2% e con quella core che sta sperimentando una pressione al rialzo verso il target del 2% della Federal Reserve, il programma fiscale di Trump rischia di portare a un ulteriore rialzo dei rendimenti obbligazionari a medio e a lungo termine, con le aspettative sull’inflazione che continuano a crescere.

L’azionario resta il mercato meglio posizionato per capitalizzare su questi trend, perché, nonostante le valutazioni abbiano raggiunto livelli storicamente elevati, il mercato non ha ancora prezzato completamente le prospettive di potenziali sorprese negli utili portate da una forte crescita degli Stati Uniti o di una crescita indotta dalle riforme fiscali, mentre l’obbligazionario non compensa più gli investitori per il tasso di interesse o il rischio di credito. L’oro e le strategie risk premia restano i nostri veicoli preferiti per limitare l’incertezza dovuta alle misure politiche nel medio termine.

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