Usa, delude il Pil ma il mercato aspetta il discorso di Trump

A cura di Vincenzo Longo, market strategist di IG

L’economia statunitense nel quarto trimestre 2016 è cresciuta dell’1,9% in termini annualizzati, dato invariato rispetto alla stima flash di un mese fa, ma in calo rispetto al trimestre precedente (+3,5%). Al rallentamento della crescita hanno contribuito in particolare:

  1. un deciso ampliamento del deficit commerciale, frutto sia a un calo dell’export che da un accelerazione dell’import;
  2. un calo della spesa federale.

Sull’intero anno la crescita è stata dell’1,6%, in rallentamento dal 2,6% del 2015. Le aspettative del mercato erano posizionate per una revisione al rialzo del dato, cosa che non è avvenuta. La nota positiva è che la spesa per consumi è stata rivista al rialzo rispetto alla stima flash, ma questa revisione è stata completamente assorbita da una variazione negativa della spesa federale.

Nel complesso, confermiamo che la bilancia commerciale è stato sicuramente quella che più ha pesato sul rallentamento della crescita nell’ultimo trimestre del 2016. Il violento apprezzamento del dollaro statunitense ha penalizzato l’export e ha favorito l’import di beni più convenienti provenienti da paesi con valuta debole. La tendenza non sembra migliorare in questo inizio di 2017. I dati sulla bilancia commerciale di beni di gennaio, rilasciata sempre questo pomeriggio, hanno mostrato un deficit commerciale in ampliamento a 69,2 miliardi di dollari, dovuto a un calo dell’export e una crescita dell’import.

Per ora il mercato non sembra aver dato troppo peso alle figure, che potrebbero essere giudicate “troppo datate”. Gli operatori sono già proiettati ai dati di inizio 2017 e attendono con trepidazione il primo discorso del presidente statunitense, Donald Trump, davanti alle Camere riunite in seduta comune (3 del mattino del 1 marzo in Italia). Molti si interrogano su cosa possa tirare fuori dal cilindro il tycoon newyorchese per sorprendere gli operatori.

Le attese, per ora, sono posizionate per un annuncio in termini sulla tanto attesa manovra fiscale e su quella delle infrastrutture, con dettagli anche sul piano di aumento di spesa per la difesa da 54 mld di dollari, annunciato ieri. Il mercato sembra già ampiamente riflettere tali aspettative, pertanto potrebbe essere abbastanza difficile sorprenderlo. A dimostrazione di ciò, il Dow Jones continua la sua marcia in maniera inarrestabile. Le chiusure consecutive ai nuovi massimi sono 12 e questa sera potrebbe fare 13, registrando così il record assoluto.

Anche le probabilità di un rialzo dei tassi d’interesse della Fed a marzo stanno lievitando e ieri hanno raggiunto per la prima volta quota 50%, come mostrato dai future e dagli overnight interest rate swap. A questo movimento potrebbe aver contribuito anche il discorso del presidente della Fed di Dallas, Robert Kaplan, membro votante del FOMC, che ha precisato come sia preferire alzare i tassi prima che sia troppo tardi. A tal proposito, strategici saranno sia il discorso di Trump che quelli degli altri membri Fed, tra cui la stessa Yellen, giovedì.

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