Usa, febbraio in ribasso?

A cura di Larry V. Adam CIO e Chief Investment Strategist–Wealth Management Americas Deutsche AM

Si è appena conclusa la seconda settimana della Presidenza di Donald Trump. La performance del mercato azionario americano dal giorno della sua elezione all’installazione alla Casa Bianca (+6,2%) è stata la miglior performance post-elettorale di qualsiasi presidente dal 1968, ma successivamente il rialzo si è fermato, chiudendo il mese a +0,3%. Nonostante Trump sia stato molto attivo sin dal primo giorno, firmando sette ordini esecutivi (Obama ne ha firmati nove nello stesso periodo) e nominando un giudice alla Corte Suprema (Neil Gorsuch), è stato detto ben poco sulla riforma delle imposte alle aziende e sul rilancio dell’infrastruttura pubblica, le due iniziative che gli investitori stanno attendendo. Queste iniziative sono soggette all’approvazione del Congresso, ma indipendentemente da ciò, il fatto che la precentuale di persone che approvano Trump sia scesa sotto il 50% in soli otto giorni, rispetto alla media di 955 giorni per gli altri presidenti, non inspira fiducia nella sua capacità di implementare le riforme volute. Tuttavia, a gennaio le principali classi di attivi sono salite:

Azioni globali –L’indice azionario globale MSCI AC World è salito del 2,8% in Dollari mese su mese, il terzo mese di crescita. I mercati azionari emergenti, esemplificati dall’indice MSCI Emerging Markets, sono saliti del 5,5% in Dollari mese su mese, sorpassando i mercati sviluppati quali l’indice MSCI EAFE (salito del 2,9% in Dollari mese su mese) per la prima volta in tre mesi e con il margine maggiore da sette mesi. L’indice azionario statunitense Dow Jones Industrial Average (DJIA) ha sforato i 20.000 punti per la prima volta nella storia, e l’indice S&P 500 è salito dell’1,9% mese su mese grazie ai dati economici positivi e gli utili aziendali al di sopra delle aspettative. I valori ciclici hanno sorpassato quelli difensivi. L’indice S&P 500 è stato spinto in alto dai materiali di costruzione (+4,6% mese su mese), dalle tecnologie dell’informazione (+4,4% mese su mese) e dai beni di consumo (+4,2% mese su mese).

Reddito fisso –L’indice obbligazionario Barclays Aggregate è salito per il secondo mese di fila (+0,2% mese su mese) insieme a tutti gli indici obbligazionari maggiori. Le obbligazioni ad alto reddito (high yield) sono salite in media dell’1,5% mese su mese, l’undicesimo rialzo degli utlimi 12 mesi, e glispread rispetto ai Treasuries, le obbiglazioni governative di riferimento, è diminuito per il settimo mese consecutivo.

Materie prime –L’indice delle materie prime Blooomberg Commodity Index è salito dello 0,1% mese su mese, il terzo mese consecutivo di crescita, grazie al calo del Dollaro (-2,6% mese su mese, il calo più forte da 11 mesi). I metalli industriali hanno realizzato la performance migliore all’interno del settore delle materie prime, spinti da dati econmici positivi.

Rischi politici

Siamo cauti per quanto riguarda le azioni. La maggior parte degli indici azionari è vicina ai massimi storici. Nel passato, quando c’è stato un cambiamento del partito politico rappresentato alla Casa Bianca, l’indice S&P 500 è sceso in media del 3% nel mese di febbraio dopo l’installazione del nuovo presidente, calando nel 63% dei casi. Le valutazioni azionarie sono elevate: il rapporto prezzo/utili dell’indice S&P 500 misurato sugli ultimi 12 mesi è il più alto dal 2003. La volatilità invece è al livello più basso da 10 anni. Ci aspettiamo un incremento della volatilità a febbraio. Tuttavia, visto che stimiamo tuttora che le riforme di Trump verranno attuate, consideriamo eventuali periodi di debolezza dei prezzi azionari come potenziali opportunità d’acquisto.

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