Tim, al mercato sono piaciute le parole di Gubitosi

Listino italiano fortemente a rischio delusione, tra voci di distanze ancora consistenti tra le posizioni di Mediaset e Vivendi per risolvere le controversie in essere, la diatriba giudiziaria apertasi negli Usa tra General Motors e Fiat Chrysler Automobiles e il taglio delle stime e degli obiettivi del piano industriale di Clabo, colpita dalle incertezze legate alle tensioni tra Usa e Cina che ancora stentano a risolversi.

Tra tante aperture negative, spicca pertanto il rialzo in avvio di giornata di Telecom Italia (Tim), ancora sostenuta da un’intervista del Ceo Luigi Gubitosi rilasciata un paio di giorni fa dopo la quale gli analisti di Equita Sim hanno ribadito la propria visione positiva e il target price di 64 centesimi per azione sul titolo, che stamane si riporta sui 57 centesimi per azione, arrotondando così di un altro punto percentuale circa un bilancio già positivo nell’ultima settimana (+5,4%) e soprattutto negli ultimi 6 mesi (+23,8%), ossia da quando le tensioni tra Vivendi da una parte e il fondo Elliott Management e Cassa depositi e prestiti dall’altra sono andate scemando.

Nella sua intervista Gubitosi ha ribadito alcuni punti tra cui la priorità alla riduzione dell’indebitamento, che a fine anno risulterà in calo di 3 miliardi rispetto a fine 2018 includendo anche i benefici derivanti dagli accordi con Vodafone per Inwit e con Banco Santander sul credito al consumo. Parlando di Inwit Gubitosi ha indicato la disponibilità di Tim ad aprire il capitale, ma non è chiaro, notano gli uomini di Equita Sim, se si riferisse a Tim stessa, ad esempio aggregando nel progetto un operatore come Wind, o di Inwit, ad esempio offrendo una partecipazione a Cellnex.

Quanto al futuro, per Gubitosi i fondi infrastrutturali potranno supportare Tim su vari fronti, dai data center (entrando nel capitale per finanziarne lo sviluppo, anche in vista di una prossima quotazione sull’esempio della stessa Inwit) alla fibra (partecipando all’integrazione di Open Fiber in Tim) fino al Brasile (per finanziare lo sviluppo della copertura in fibra). I fondi, nota Gubitosi, sono del resto alla ricerca di investimenti in grado di garantire ritorni interessanti a fronte di tassi che restano bassi e che consentiranno a Tim di risparmiare un centinaio di milioni di oneri finanziari quest’anno.

Sulla rete in fibra Gubitosi continua a difendere l’idea di un operatore unico integrato (Tim), in grado a suo dire di garantire una maggiore flessibilità finanziaria e tecnologica, sui contenuti ora Tim vuole proporsi come aggregatore di contenuti altrui, mentre in Brasile il gruppo sembra potersi proporre come protagonista attivo di un processo di consolidamento ed è questa la novità che pare aver impressionato maggiormente il mercato e gli analisti, anche se occorrerà trovare conferme a partire dal nuovo piano industriale, che sarà presentato l’11 marzo del prossimo anno.

Il giudizio degli analisti su Telecom Italia

Nel complesso su Tim al momento vi sono ben 13 giudizi positivi, 2 neutrali e 4 negativi, per un target price medio di 61 centesimi per azione. Ai livelli correnti e a fronte di stime di consenso per l’utile 2019 di 2,36 miliardi ante imposte (circa 7 centesimi per azione, cui non dovrebbe corrispondere alcun dividendo), il titolo tratta circa 8,14 volte gli utili e non appare eccessivamente caro. Gli analisti tecnici sono ugualmente ottimisti e segnalano un trend fortemente positivo a brevissimo e a breve termine, individuando proprio nell’area 57-58 centesimi la primissima resistenza su base giornaliera.

In caso di prese di profitto, che l’indicatore di forza relativa (Rsi), ormai in ipercomprato, porta a non escludere, i supporti odierni sono visti sui 54 centesimi e poi eventualmente in area 52 centesimi. Visto però che l’ascesa delle quotazioni è stata accompagnata da un buon incremento dei volumi di scambi, eventuali correzioni potrebbero offrire più l’occasione per entrare sul titolo che un campanello d’allarme per uscirne. Ulteriore conferma della positività di breve periodo viene da chiusure che si mantengono sopra la media mobile veloce oltre che quella lenta. Finché il prezzo rimarrà sopra entrambe le medie e queste procederanno distaccate, il trend sarà ben definito.

L’andamento in Borsa di Telecom Italia negli ultimi 12 mesi

A cura di Luca Spoldi, Cefa, 6 In Rete Consulting Ceo (www.6inrete.it)

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