A maggio nuova riunione Opec, la strategia di Vontobel Certificati sul Brent

A cura di Vontobel Certificati

Si approssima la data limite per gli accordi Opec che hanno regolato l’offerta di petrolio in questi primi mesi dell’anno e con essa le preoccupazioni legate al prezzo del barile. Diversi i fattori di incertezza che pendono sulle quotazioni dell’oro nero, dalla questione legata all’estensione degli accordi fino alle preoccupazioni sulla produzione negli Stati Uniti.

ùA un mese esatto alla riunione Opec, in programma il prossimo 25 maggio a Vienna, l’Arabia Saudita sembra essere l’unico Paese membro ad aver espresso una posizione netta in tal senso. Il Governo di Ryiad a più riprese ha invocato la necessità di una proroga dell’accordo, tuttavia secondo i principali analisti del settore non sembra che queste dichiarazioni abbiano prodotto effetti particolarmente significativi, ad eccezione di brevi fasi di copertura delle posizioni a inizio mese. Questo perché i trader scommettono sul fatto che una eventuale proroga dell’intesa avrebbe comunque effetti limitati sull’eccesso di offerta.

Secondo gli operatori il vuoto provocato nel mercato verrebbe colmato dalle compagnie petrolifere degli Stati Uniti. Vanno in tal senso le indicazioni fornite da Baker Hughes che venerdì scorso ha annunciato un ulteriore incremento del numero di pozzi petroliferi attivi Oltreoceano. Con i fattori rialzisti che lentamente vanno dissolvendosi ciò che andrà a determinare la direzione del mercato nelle prossime settimane saranno dunque i rapporti settimanali sulle scorte fornite dell’agenzia sull’energia Usa, l’Eia.

Gli analisti fanno notare come la scorsa settimana, a seguito del rapporto dell’agenzia, il prezzo del petrolio abbia annullato in sole quattro sedute il 50% circa dei guadagni messi a segno nelle precedenti 15 sessioni. Guardando in prospettiva, la notizia secondo la quale nel mese di maggio la produzione di scisto negli Usa sarebbe destinata a registrare il più forte incremento mensile degli ultimi due anni (in corrispondenza della ripresa delle trivellazioni da parte delle società di produzione) dovrebbe continuare a esercitare una pressione ribassista sui prezzi.

L’ultima settimana ha visto le quotazioni del Brent scendere in direzione dell’importante supporto collocato a 52 dollari al barile, prima di iniziare ieri una difficoltosa risalita tecnica. Il quadro tecnico di breve appare contrastato: un nuovo allungo dovrà infatti affrontare un primo ostacolo a 52,90-53 dollari e una seconda barriera a 54 dollari, prima di poter tornare a scambiare in area 55 dollari. Soltanto la rottura, confermata in chiusura, di quest’ultimo livello fornirebbe l’adeguata prova di forza per far tornare l’appetito agli operatori, considerando anche il transito in quell’area della resistenza dinamica che unisce i top del 3 gennaio e 21 febbraio 2017. Da monitorare la tenuta del supporto grafico a 52 dollari e poi dei minimi fatti registrare venerdì 21 aprile a 51,57 dollari, la cui rottura farebbe scivolare le quotazioni nuovamente verso i 50 dollari al barile.

Strategia Long Prodotto: certificato Vontobel Leva Fissa 7X Long su Brent Crude Oil (codice Isin DE000VN9AAT8).

Strategia Short Prodotto: certificato Vontobel Leva Fissa 7X Short su Brent Crude Oil (codice Isin DE000VN9AAV4).

petrolio brent

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