A Wall Street si è interrotto l’idillio delle Borse

A cura di Vontobel Certificati

Inflazione e tassi alimentano le vendite sull’S&P500 Scenario deteriorato per le Borse statunitensi. La scorsa settimana l’S&P500 non solo ha bruciato tutto il guadagnato realizzato da inizio anno, ma ha anche cumulato una performance negativa del 3,5%. Il principale listino americano sta dunque dando segnali di debolezza da monitorare con attenzione. Non ha fatto meglio il Dow Jones che ha perso nello stesso periodo il 3,5%. Meno pesante il Nasdaq Composite (-1,8%). Leitmotiv della debolezza sempre la paura di un innalzamento dell’inflazione più veloce delle attese che potrebbe portare la Fed a incrementare i tassi più di quanto già stabilito. E sempre negli Usa la rottura della soglia del 2,8% del rendimento decennale e del 3,1 sul trentennale, ha scatenato sull’S&P 500 ulteriori vendite a metà della scorsa settimana. Venerdì scorso poi è arrivato il via libera del Senato Usa ad una legge che consente ulteriore spesa pubblica su un arco biennale per un totale di 300 miliardi di dollari. Cosa che ovviamente ha impattato sui mercati obbligazionari alimentando attese di emissioni molto corpose. Inoltre questa notizia viene anche letta positivamente in chiave di stimolo ulteriore all’economia americana, rinvigorendo le preoccupazioni di quanti temono che un ulteriore rialzo dei tassi nel 2018 non sia un’ipotesi così lontana. Da un punto di vista fondamentale però la situazione rimane costruttiva per l’economia americana con tutti i principali dati macroeconomici positivi. Lo scossone ricevuto dall’indice inoltre ha sgonfiato anche la valutazione dell’S&P 500. Il listino americano tratta infatti il P/E 2018 a 17,3 volte, valore a sconto del 4% sulla mediana storica degli ultimi dieci anni.

Analisi tecnica Davvero una brutta rottura quella dell’S&P500 avvenuta l’8 febbraio sulla trend line rialzista di lungo corso, descritta dai minimi del 4 novembre 2016 e 18 agosto 2018. Livello dinamico importante che ha aperto ai corsi la strada per ulteriori ribassi. L’indice americano infatti, che prosegue praticamente senza sosta al rialzo dall’agosto 2018 aveva accelerato a fine dicembre portando a segno un +7% sino al massimo a 2.847 punti raggiunto il 26 gennaio. Salutare dunque una correzione, anche se è difficile capire quanto questa possa durare e con quale esito. Come abbiamo detto, la rottura della trend line rialzista di lungo corso, mostra una fase di debolezza dell’indice americano. L’S&P 500 dopo aver testato i 2.532 punti ha avviato infatti una fase di pull back verso la ex trend line rialzista che ora svolgerà il ruolo di resistenza dinamica. A questo punto bisognerà vedere se l’indice riuscirà a superare la resistenza dinamica riprendendo la strada al rialzo, con resistenze a 2.686 e 2.736 punti, oppure proseguirà al ribasso.

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S&P 500 grafico

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