Abenomics: Pil in contrazione e prezzi immobili nel breve termine

A cura di Saxo Bank
Il PIL giapponese ha confermato durante la notte una contrazione dello 0,3% per l’ultimo trimestre del 2015, deludendo le aspettative precedentemente riviste a -0,1% sopravvalutando l’impatto della spesa per investimenti, nonostante la prima stima di metà febbraio prevedeva già una contrazione dello 0,4%. Anche sull’anno la crescita del PIL rimane in area negativa registrando -1,1%, nonostante il +1% toccato il trimestre precedente.
La produzione industriale, che include il settore manifatturiero, minerario e delle utilities, è calata a dicembre dell’1,7%, decrescendo dallo scorso autunno nonostante le buone aspettative per il mese di gennaio.
Mentre l’Abenomics continua a perdere consensi, questa mattina è calata anche la fiducia dei consumatori a 40,1, ben al di sotto delle attese di 42,3 (vs 42,5 di gennaio) minata, da una parte, dal rallentamento della crescita dei salari e, dall’altra, dalla reazione di fronte al calo dei prezzi azionari e all’aumento della volatilità, in una fase di mercato di avversione al rischio.
La prossima settimana si riunisce nuovamente la Bank of Japan, che il 29 gennaio ha introdotto i tassi d’interesse negativi col suo programma di QQE (Qualitative and Quantitative Easing),  portando il tasso sui depositi a -0,1% e lasciando la strada aperta ad ulteriori modifiche. L’intenzione della BoJ è quella di abbassare la curva dei tassi a breve (entro l’anno) esercitando sul resto delle scadenze una pressione al ribasso grazie alla combinazione dei tassi negativi e del programma di acquisti di asset su larga scala.
Il programma di QQE prevede, tra gli altri, l’acquisto di 80 mila miliardi di Yen in Titoli di Stato e 3 mila miliardi di Yen in ETF, a cui si aggiungerà da aprile un ulteriore programma di acquisto di ETF azionari per 300 miliardi di Yen, stabilito alla riunione di dicembre. L’ampliamento del portafoglio con sottostante azionario, teoricamente indirizzato alle società coi migliori programmi d’investimento, implica un’aspettativa rassicurante da parte della BoJ, sebbene l’economia poggi su basi ben poco sane, trovandosi in area recessiva da metà del 2014.
Nonostante il rifugio nello Yen da parte di mercati avversi al rischio, la valuta è limitata superiormente dal fatto che il paese rimane al tempo stesso un importatore netto di merci (in particolare di energia dal disastro di Fukushima) e un esportatore di Yen: il surplus di partite correnti, combinato al quinto anno consecutivo di deficit commerciale, consiste infatti in proventi sugli investimenti esteri in Yen (sebbene in calo dalla scorsa estate).
Intanto l’inflazione è ferma a zero, e non è previsto che si sollevi nel breve termine, a causa della debolezza della domanda e dei bassi prezzi energetici: dopo essere crollata dalla scorsa primavera nell’area -0,1/0,3% i prezzi a gennaio sono rimasti invariati rispetto ai livelli dell’anno precedente, nonostante i prezzi siano cresciuti in media dello 0,52% durante il 2015 (il CPI core giapponese include i prezzi dell’energia escludendo soltanto gli alimentari). Secondo le proiezioni economiche della BoJ, l’inflazione è attesa in media a +0,8% nel 2016 per raggiungere il target del 2% entro la fine del 2017, sostenuta da un aumento della spesa delle famiglie e dei consumi e da una ripresa delle esportazioni, anche in vista di un aumento della domanda proveniente dai paesi emergenti. Proiezioni piuttosto ottimistiche, specialmente per un’economia in recessione.
Intanto lo Yen, storico bene rifugio, arresta la sua salita: dall’introduzione dei tassi negativi USDJPY è calato del 6,7% in due settimane, fermandosi dal 12 febbraio in area 112/114, con un impatto inevitabile sulla competitività delle esportazioni del Q1. Topix e Nikkei225 sono scesi nello stesso periodo rispettivamente del 18,5% e del 17,2%, recuperando successivamente entrambi il 13%. Nonostante l’obiettivo della BoJ di indebolire lo Yen grazie al QQE, ridando contestualmente uno slancio al comparto azionario, le posizioni speculative (non legate al commercio internazionale) implicano un’aspettativa di salita dello Yen: le posizioni net-long sono tornate a inizio anno in area positiva, per la prima volta da ottobre 2012, raggiungendo venerdì scorso i 59,6k

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