Aspi, scattano le manette: arrestati l’ex Ad Castellucci e altri manager. Atlantia in calo

La Guardia di Finanza sta eseguendo una serie di misure cautelari (sei, secondo quanto si è appreso) nei confronti di ex vertici e di alcuni degli attuali manager di Autostrade per l’Italia. Le accuse ipotizzate sono attentato alla sicurezza dei trasporti e frode in pubbliche forniture. Dopo la notizia il titolo Atlantia, controllante di Autostrade per l’Italia, arrivato a cedere nell’intraday oltre il 3,3%.

Delle sei misure disposte dal Gip del tribunale di Genova, tre sono arresti domiciliari e tre sono misure interdittive. Ai domiciliari sono finiti l’ex Ad di Autostrade per l’Italia Giovanni Castellucci, Michele Donferri Mitelli e Paolo Berti, rispettivamente ex responsabile manutenzioni e direttore centrale operativo dell’azienda.

I tre attuali dirigenti interdetti per 12 mesi sono Stefano Marigliani, già direttore del primo tronco di Autostrade ora trasferito a Milano, Paolo Strazzullo, che era responsabile delle ristrutturazioni pianificate sul ponte Morandi, per l’accusa mai eseguite, distaccato a Roma, e Massimo Meliani di Spea. Tra gli indagati, secondo quanto già emerso, figura anche l’attuale Ad Roberto Tomasi ma la sua posizione potrebbe essere archiviata a breve.

L’inchiesta, coordinata dalla procura di Genova, è scattata un anno fa dopo l’analisi da parte dei finanzieri di alcuni dei documenti acquisiti nel corso dell’indagine sul crollo del ponte Morandi, in particolare quelli relativi ai problemi riscontrati, in termini di sicurezza, sulle barriere fonoassorbenti montate sull’intera rete autostradale.

L’indagine sui pannelli fonoassorbenti è una costola nata dall’inchiesta sul crollo del ponte Morandi. Gli investigatori hanno scoperto che gli ex vertici erano consapevoli che le barriere fossero difettose e del potenziale pericolo per la sicurezza stradale, con rischio cedimento nelle giornate di forte vento (fatti peraltro realmente avvenuti nel corso del 2016 e 2017 sulla rete autostradale genovese). In particolare, è emersa la consapevolezza di difetti progettuali e di sottostima dell’azione del vento, nonché dell’utilizzo di alcuni materiali per l’ancoraggio a terra non conformi alle certificazioni europee e scarsamente performanti.

Gli indagati, secondo gli inquirenti, non hanno proceduto volontariamente ai lavori di sostituzione e messa in sicurezza adeguati, eludendo tale obbligo con alcuni accorgimenti temporanei non idonei e non risolutivi. L’ipotesi contestata è quella di frode nei confronti dello Stato, per non aver adeguato la rete da un punto di vista acustico e di gestione in sicurezza della stessa, occultando l’inidoneità e pericolosità delle barriere, senza alcuna comunicazione – obbligatoria – all’organo di vigilanza (Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti).

Nonostante le strutture presentassero errori di progetto che mettevano in pericolo la sicurezza degli automobilisti, le barriere fonoassorbenti non vennero cambiate “per evitare le ingenti spese che avrebbe comportato”, si legge nell’ordinanza del gip che ha disposto le misure cautelari.

Il quadro tecnico di Atlantia

Dal punto di vista tecnico il titolo Atlantia è stato respinto dopo il test in area 16 euro della resistenza statica di medio termine. Una discesa che lascia presagire il proseguimento del movimento laterale in attto dalla seconda metà dello scorso aprile e compreso tra 12,75 (supporto statico di medio peirodo) e quota 16 appunto.

Il trend di Atlantia a Piazza Affari nel medio termine

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