Asset allocation: forze in equilibrio

A cura di Pictet Am
Robusti utili societari, una solida crescita economica e la mancanza delle ripercussioni, finora, delle guerre commerciali stanno contribuendo a mitigare gli effetti del costante ritiro della liquidità da parte della Fed statunitense dal sistema globale.
La tensione tra queste forze opposte è destinata a proseguire nei prossimi mesi. Il ritmo con il quale il bilancio della Fed dovrebbe ridursi ha raggiunto il picco ad inizio ottobre; nel frattempo, il programma di acquisto di attivi della Banca Centrale Europea giungerà al termine a fine anno.
E sebbene gli utili societari continueranno a crescere, ci sono segnali di un possibile rallentamento dello slancio, forse prevedibile, dato il precedente ritmo di espansione degli utili.
GRIGLIA MENSILE DELL’ASSET ALLOCATION – Ottobre 2018

Degli elementi di bilanciamento sono offerti dal programma di stimolo fiscale statunitense, che raggiungerà il massimo nel primo trimestre del 2019, e dalla moderazione della spinta del governo cinese a ridurre la leva finanziaria dell’economia, dopo la comparsa di segnali di un indebolimento della crescita.
Tenendo in considerazione questi fattori di compensazione, manteniamo la nostra ponderazione neutra sulle tre principali classi di attivi: azioni, obbligazioni e liquidità.
I nostri indicatori del ciclo economico globale stanno entrando in territorio positivo. La nostra lettura complessivamente ottimistica dell’economia statunitense è bilanciata dalle preoccupazioni sulle tensioni commerciali e dall’impatto che la politica monetaria sta iniziando ad avere sui settori sensibili ai tassi d’interesse, in particolare quelli dell’edilizia e degli investimenti immobiliari.
Gli indicatori anticipatori cinesi, nel frattempo, hanno iniziato a rimbalzare dalla debolezza di inizio anno: la flessione delle vendite di automobili sembra essere l’effetto temporaneo della fine degli incentivi alle vendite e la debole spesa per le infrastrutture è compensata dalla crescita nel settore dell’edilizia privata. Inoltre, il governo è intenzionato ad aumentare gli investimenti in infrastrutture, nel caso in cui l’economia dovesse vacillare.
I nostri dati sulla liquidità globale rimangono neutri. La stretta monetaria e il rallentamento della creazione di credito negli Stati Uniti saranno compensati da massicci afflussi di liquidità nel Paese dal resto del mondo. Non è solo una questione di rimpatrio dall’estero della liquidità da parte delle aziende statunitensi. Gli investitori in tutto il mondo sono concentrati sui solidi utili societari americani, sul dollaro forte e sulla prospettiva di crescita dei rendimenti delle obbligazioni statunitensi. Questi flussi aiutano a spiegare perché il mercato azionario statunitense è stato così vigoroso quest’anno, mentre quelli del resto del mondo sono stati in affanno.
Bilancio della Federal Reserve statunitense, effettivo e previsionale, miliardi di USD

I nostri parametri di valutazione indicano che le azioni globali sono in territorio neutro, seppure con ampi scarti di valutazione all’interno della classe di attivi. Le obbligazioni globali paiono leggermente meno costose, ma ancora sopravvalutate. Il debito locale dei mercati emergenti non è conveniente come lo scorso mese, sebbene le valute dei mercati emergenti, ancora sottovalutate del 20% rispetto al dollaro, paiano tuttora interessanti. Le obbligazioni societarie, soprattutto in Europa, sono costose, con rating mediamente inferiori rispetto al passato.
Da un punto di vista tecnico, i fattori stagionali sono fortemente favorevoli alle azioni in tutte le regioni, a parte i mercati emergenti, mentre le azioni giapponesi paiono ipercomprate. Il contesto tecnico degli attivi dei mercati emergenti è altalenante: da un lato, i flussi di investimenti paiono essersi stabilizzati, ma dall’altro il livello di dispersione di questi flussi tra i mercati dei Paesi in via di sviluppo rimane basso. Un punto degno di nota è che l’utilizzo dell’indice VIX a titolo di copertura contro la volatilità in altre classi di attivi non ha funzionato recentemente, in quanto la correlazione tra i rendimenti delle diverse classi di attivi è stata insolitamente elevata.

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