Aumentano correlazioni e volatilità: la view di Pictet

A cura di Pictet Am
Il mese di settembre si chiude con performance vicino allo zero (Msci World in € -0,1%) e volatilità in discesa sulle principali classi d’attivo. Le riunioni di BCE e FED di settembre hanno offerto poche novità: la BCE ha deluso il mercato, provocando una correzione breve ma violenta sul reddito fisso e un simultaneo storno degli attivi rischiosi – azionario, mercati emergenti e credito. La FED ha riportato invece maggiore tranquillità passando la mano; il rialzo è comunque atteso entro fine anno ed è prezzato, al momento, con una probabilità intorno al 60%. Nel caso della BOJ, invece, è stato introdotto un nuovo obiettivo di politica monetaria, espresso in funzione dei rendimenti della curva obbligazionaria. Lo scopo è evitare i problemi di scarsità dei bond (presenti anche nel programma di QE della BCE), guadagnando tempo in attesa di uno strappo fiscale decisivo da parte del governo Abe.
Negli Stati Uniti, le probabilità di vittoria del candidato democratico, dopo un inizio settembre incerto, riprendono a salire passando dal 51% al 65%. In Europa in seguito alla richiesta di una sanzione di €14bn da parte Dipartimento di Giustizia statunitense a carico di Deutsche Bank, riemergono timori relativi alla solidità del sistema finanziario europeo.
Strategia. La correzione simultanea dei mercati obbligazionari e azionari d’inizio settembre (rottura delle correlazioni tradizionalmente osservate), sono preoccupanti in chiave di costruzione di un portafoglio multi-asset venendo a mancare la diversificazione offerta dall’esposizione ai mercati obbligazionari agli attivi rischiosi. La lettura sulle elezioni statunitensi è più complessa: lo scenario principale vede una vittoria del candidato democratico e una continuazione delle politiche della presidenza Obama, senza conseguenze materiali sul mercato. L’elezione di Trump rappresenterebbe, invece, una rottura netta con le politiche tradizionali: è molto probabile che si possa attraversare un periodo di volatilità ben più sostenuta rispetto ai livelli contenuti osservati nell’ultimo trimestre. Diminuzioni della diversificazione valutaria (ad eccezione di Yen e CHF) e abbassamento dell’esposizione obbligazionaria al mercato americano saranno, con ogni probabilità, le prime misure da implementare sul portafoglio.

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