Azionario Emergente: i tassi Usa sono l’unico driver di crescita?

A cura di Daniel Tubbs, Head of Global Emerging Markets Equities di Mirabaud Am

Riteniamo che l’economia statunitense potrebbe registrare un rallentamento graduale verso la fine dell’anno, dopo il fortissimo stimolo fiscale del 2018. Di conseguenza, a nostro avviso è improbabile che la Federal Reserve aumenti i tassi d’interesse quest’anno, anzi potremmo addirittura assistere ad una riduzione dei tassi verso la fine del 2019. Se questo scenario si concretizzerà, il dollaro potrebbe indebolirsi il che sarà di supporto alle azioni dei mercati emergenti.

Inoltre, una potenziale risoluzione delle tensioni commerciali tra Cina e Stati Uniti potrebbe essere positiva per i mercati emergenti. Entrambi i Paesi vogliono evitare contraccolpi politici e hanno bisogno di un compromesso per evitare che le loro economie subiscano ulteriori conseguenze.

Tuttavia, l’andamento dei tassi USA non è l’unico catalizzatore per le azioni dei mercati emergenti. All’inizio di quest’anno abbiamo assistito ad una forte rally dell’azionario emergente, con l’indice MSCI GEM che ha raggiunto quasi il 10%.  A nostro avviso, i mercati emergenti hanno le giuste condizioni fondamentali per riportare buone performance quest’anno.

Inoltre, ci aspettiamo uno spostamento dell’attenzione dai mercati sviluppati verso i mercati emergenti, spinta da una serie di fattori. Le azioni USA stanno diventando costose dopo un decennio di performance solide e riteniamo che gli investitori siano preoccupati per la fine del mercato toro statunitense.

Infine, il sentiment dei mercati europei sta diventando cauto a causa del crescente rischio politico in alcuni mercati periferici, come l’Italia. Parallelamente, la Brexit continua a creare incertezza.  Di conseguenza, per gli investitori globali alla ricerca della diversità, riteniamo che le azioni dei Mercati Emergenti offrano un’opportunità interessante rispetto ai mercati sviluppati.

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